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sabato 16 marzo 2019

Scomparsi: chi li ha visti? dove siete?

 

Sono un investigatore privato e nella mia esperienza sugli scomparsi ho imparato che le prime 36 ore sono decisive, dopodiché, le possibilità di trovare un amico, un parente, un congiunto scomparso, diventano sempre più remote. 

Ma dove finiscono tutte queste persone scomparse? Dove finiscono quelle persone che lasciando soldi, documenti e cellulare, si allontanano per sempre? 
Come si può vivere così in clandestinità senza che nessuno possa notarli, davvero sono fantasmi? 
Altri, vengono rapiti? Ed in caso, da chi? E perché? Da persone che conoscono e di cui si fidano? O, come si vede nei film gialli, chiedendo un passaggio alla persona sbagliata finiscono nei guai?
Comunque sia, vivi o morti, dove sono andati a finire? 
Alcuni di essi (purtroppo molti) si suppone non ci siano più...ma allora dove sono i loro cadaveri? Chi li ha occultati?

Possibile che ci siano così tante persone mai ritrovate, scomparse nel nulla?

Inizio a pensare che il fatto di non riuscire a ritrovare gli scomparsi non sia soltanto dovuta alle difficolta delle indagini ma soprattutto da come le forze di polizia valutano qui casi di persone che senza preavviso, spariscono dalle loro abitazioni senza lasciare alcuna traccia.
Credo che tante indagini, per molti, non siano mai state fatte in modo approfondito. L'ipotesi di "allontanamento volontario" viene tirata fuori con troppa facilità e a causa di ciò, le ricerche partono in ritardo, un’attesa che compromette in modo irreversibile le investigazioni. È il mio pensiero ovviamente.

In vent’anni di investigazioni private ho cercato di rintracciare molte persone, alcune di esse sono riuscito a trovarle in capo al mondo, altre invece sono rimaste nel limbo dell'oscurità, nell'incognito di un mistero mai risolto. Soggetti che prima di scomparire nel nulla vivevano una vita normale e scandivano il loro tempo tra lavoro, famiglia ed amici, persone che amavano e che erano amate.

Ho affrontato casi di scomparsi ingannati dalla loro sensibilità, persone fragili plagiate da soggetti senza scrupoli che approfittando della non perseguibilità del "non più reato di plagio" si prendono il potere divino di rubare l'identità e la libertà dei più deboli.

Ho conosciuto storie di buona vita quotidiana che improvvisamente hanno smarrito la strada per insidiarsi nei bassi fondi della società, nella droga e nella prostituzione. E che dire poi dell'amore? Quanti di essi hanno volontariamente deciso di abbandonare tutto e tutti all'inseguimento di un amore clandestino celato ad amici e parenti? 

Dove siete? Ad ognuno di voi va il mio pensiero nella speranza di ritrovarvi...tutti!


giovedì 18 ottobre 2018

Chi l’ha visto?: l’investigatore privato alla ricerca delle persone scomparse



Dov’è? Perché non torna? Sarà ancora vivo? Sono queste le domande che il più delle volte affliggono tutte le persone che hanno avuto la maledizione di non vedere più tornare in casa il proprio figlio, compagno, amico o congiunto.
Gli scomparsi in Italia sono tanti – troppi - una moltitudine di persone che, in un giorno come altri, hanno fatto perdere in men che non si dica ogni traccia di essi - svaniti nel nulla senza dare più alcuna notizia – persone che dal giorno della loro scomparsa pare abbiano intrapreso un viaggio lungo ed interminabile nei bassifondi delle loro vite, luoghi ignoti da cui non sono ancora tornati. Delle volte lasciano qualche indizio, a volte il nulla assoluto.
Fantasmi mai dimenticati. Persone che hanno lasciato dietro di sé storie di vita quotidiana, delusioni e successi, amori e solitudine, tristezza e felicità…poi un vuoto incolmabile.
Ne abbiamo parlato con Giuseppe Tiralongo, un professionista che da più di vent’anni si occupa di persone scomparse attraverso la propria attività di investigatore privato.
<< È curioso. Tra gli “scomparsi” ci sono più uomini che donne. È difficile tracciare un identikit dello scomparso perché esso è composto da bambini, adulti ed anziani, di ogni classe e ceto sociale, tra di essi primeggiano i casi degli allontanamenti volontari, poi seguono quelli dovuti a conseguenze di malattie mentali ed in fine quelli avvenuti per colpa di un crimine.
Le persone che spontaneamente decidono di scomparire, lo fanno con il preciso intento di cambiare la propria vita. C’è chi si trasferisce in altri paesi e c’è chi per vari motivi, decide di cessare ogni rapporto con la società e nella completa indifferenza, sopravvive come un barbone ai margini delle strade cittadine.  Poi ci sono i malati mentali, gli anziani e i bambini, soggetti che il più delle volte escono di casa perdendo il senso dell’orientamento.
La situazione si complica quando alla scomparsa è legata una vicenda dai risvolti penali più o meno gravi, una circostanza questa che rende le indagini molto più complesse; persone scomparse per via di negligenze varie (vedi il caso di Daniele Potenzoni scomparso dalla stazione Termini di Roma il Giugno del 2015), rapite da organizzazioni malavitose, sequestrate dai un genitori o da uno stalker, altre recluse a seguito di manipolazioni psicologiche. >>
Come si svolge un indagine per trovare una persona scomparsa?
<<Dalla mia personale esperienza professionale posso asserire come, l’intervento dell’investigatore privato sia generalmente richiesto al termine delle indagini di polizia o carabinieri, solo quando purtroppo nulla si è potuto per ritrovare lo scomparso. 
Con questo non voglio in alcun modo denigrare il lavoro delle forze dell’ordine al contrario, il loro intervento è essenziale e permette a noi investigatori privati di poter lavorare con materiale prezioso ed intraprendere così un indagine con una diversa chiave di lettura. 
I vantaggi che ha un investigatore privato sono pochi o nulli a parte quello di non essere un pubblico ufficiale - proprio per questo - si ha a la liberta di impiegare moltissimo tempo per poter intraprende tutte le investigazioni necessarie e la possibilità di ricevere confidenze ed informazioni che nessuno farebbe ad un poliziotto. Un buon investigatore privato deve seguire tutte le piste possibili, anche quelle che sono meno plausibili al fine di non escludere alcuna possibile svolta alle indagini; dico sempre che “dove c’è fumo c’è fuoco”.
Tornando alla domanda, il primo passo che faccio è quello di studiare il fascicolo delle indagini condotte da Polizia e Carabinieri, ripercorrendo in ordine cronologico tutti gli sviluppi delle loro investigazioni - se sono fortunato - posso trovare i verbali dei sopralluoghi, i tabulati telefonici, i movimenti di carte di credito e bancomat, eventuali segnalazioni anonime, i verbali dei test ed altro ancora. 
Fondamentale è anche indagare sulla vita privata della persona scomparsa, quindi mi metto alla ricerca di indizi che potrebbero emergere nella quotidianità, indagando negli ambienti di lavoro, nelle frequentazioni, tra le amicizie e le relazioni sentimentali – tentando di portare alla luce un segreto, una stranezza che possa condurmi ad una nuova pista.
La parte che in genere prediligo è quella dell’escussione di testimoni che potrebbero riferire cose viste e mai dette, questa fase di indagine è molto delicata, bisogna avere esperienza e delle volte tanta fortuna. 
Quando un test mi racconta un “fatto” dopo averlo esposto la prima volta alla polizia o comunque in un contesto giudiziario di forte stress, è scontato come lo stesso tenda il più delle volte a ripercorrere la prima esposizione piuttosto che rievocare nuovamente i ricordi diretti di quella determinata vicenda vissuta. Questo automatismo si intensifica con il passare del tempo e alla fine accade che il più delle volte la persona intervistata non ricordi più i fatti di qui si è reso testimone ma solamente “il ricordo del primo racconto”. L’obbiettivo è quello di recuperare dettagli che magari gli erano sfuggiti alla prima occasione, particolari che spesso non sono per lui rilevanti ma che potrebbero esserlo per gli addetti ai lavori. 
Per tentare di ricevere nuove informazioni devo necessariamente liberare la persona intervistata dal ricordo del suo primo racconto per riportarla gradualmente alla memoria dei fatti storici.

Per rendere più produttiva l’escussione di un test è per me fondamentale condurre il colloquio il più informale possibile, tenendo il soggetto intervistato al corrente delle mie intenzioni investigative, improntando un dialogo cordiale e confidenziale.
Invito loro a dimenticare nei limiti del possibile quanto già raccontato ai carabinieri o alla polizia spronandoli ad esporre i fatti come se fosse la prima volta, magari allargando la visuale dei ricordi al fine di non restare vincolati a quelli già riferiti alle autorità di P.S.>>

Cosa consiglieresti di fare a chi non ha ancora trovato il proprio caro?

<<Il mio ruolo non è certo quello di dispensare consigli ma di cercare strade nuove per poter intraprendere ulteriori ricerche, evitare l’archiviazione del caso o favorirne la riapertura dello stesso; Senza l’intervento diretto della polizia o dei carabinieri è difficile proseguire le indagini, il più delle volte si ha necessità di acquisire informazioni tutelate dalla privacy che solo il giudice può concedere.
Quindi è importante mantenere viva sempre la speranza e coltivare il rapporto umano che si instaura con le forze dell’ordine al fine di poter contare, quando sarà necessario, su un loro puntuale coinvolgimento>>.














lunedì 20 agosto 2018

Separazione: Addebito a chi intrattiene relazioni virtuali in rete


Tutto iniziò con la chat Mirk, ma la cosa era ancora molto circoscritta, poi con l'avvento dei social network e soprattutto di facebook il collasso - è un dato di fatto - da quando  è nato internet l'infedeltà coniugale è aumentata verticosamente. Grazie alla facilità con cui si può relazionarsi con altre persone, sparse in tutto il mondo, il web è divenuto il mezzo prediletto per uomini e donne in cerca di relazioni sentimentali, avventure, amicizie e sesso - la rete ha difatto sostituito - la vita reale.
Non serve certo un investigatore privato per comprendere che un tradimento è tale quando si istaura una relazione sentimentale extraconiugale con un altro soggetto; ciò vale anche per quelle relazioni virtuali.
La Corte di Cassazione ha recentemente ribadito come l'infedeltà sul web sia pienamente punibile, dichiarando inammissibile il ricorso di un uomo infedele in considerazione all'assegno di mantenimento da corrispondere alla moglie.

La decisione della Cassazione

L'uomo, dopo aver intrapreso diverse relazioni extraconiugali, è arrivato fino alla Cassazione per tentare di annullare le rivalse della propria moglie.
La Corte d'Appello lo aveva di fatti condannato a risarcire la propria moglie con un assegno di 600 Euro al mese, in quanto riconosciuto colpevole di tradimento online.
L'uomo aveva invece richiesto che fosse la moglie a riconoscergli un assegno in quanto aveva abbandonato il tetto coniugale dopo essere venuta a conoscenza dell'infedeltà perpretata dal marito.
Gli ermellini, però, hanno invece escluso la violazione dell'obbligo di coabitazione, mentre hanno ritenuto valida l'accusa di violazione dell'obbligo di fedeltà a danno della donna.


Secondo i giudici, l'uomo era intento nella ricerca di relazioni fuori dal matrimonio tramite internet e questo è stato ritenuto sufficiente a condannarlo. "Questa circostanza è ritenuta fattivamente idonea nella compromissione della fiducia tra moglie e marito provocando l'insorgenza di una crisi matrimoniale che ha causato in nessocausale della separazione".

A conti fatti, la Suprema Corte ha respinto ogni richiesta avanzata dal marito avvallando le conclusioni espresse dalla Corte d'Appello. Ora il soggetto della vicenda sarà costretto a versare 600 Euro al mese all'ex moglie come diritto di separazione.

La violazione dell'obbligo di fedeltà

Ciò che più si evidenzia in questa sentenza è la palese violazione dell'obbligo di fedeltà che prevale su quella dell'abbandono del tetto coniugale.
L'uomo, per difendersi, ha sempre cercato di ridimensionare la sua condotta, cercando di convincere i giudici che si trattasse meramente di contatti virtuali.

Marito tradito compra una pagina del Corriere per "sputtanare" la moglie fedifraga

 
Nella mia attività di investigatore privato Roma mi confronto spesso con realtà differenti e con le richieste più sparate finalizzate il più delle volte a conoscere la realtà di fatti e circostanze che riguardano l'intimo privato.
Parlando di infedeltà coniugali non posso non pensare alle migliaglia di persone che ho assistito durante la mia lunga carriera di investigatore privato; difficilmente scorderò i volti di quei tanti uomini e donne che venuti a conoscenza dell'infedeltà coniugale condotta dai propri compagni, hanno reagito piangendo, strillando ed inveendo contro di essi, ma ciò che non scorderò mai è il sorriso di quell'uomo, piccolo di statura e dallo sguardo impavido...che, caduto nello sconforto più amaro, già tramava la sua vendetta.

Di seguito riporto la lettera pubblicata a proprie spese da tale "Enzo" (che non è il mio cliente) nel Corriere della Sera - Roma, ad aprile 2018.
Compra una pagina del Corriere per smascherare la moglie infedele
Il mio apprezzamento va alla genuinità di questa persona, ferita e forse ancora innamorata. 
Ti auguro una vita più felice, chissà, magari in compagnia di una donna migliore di quella che hai lasciato. 
Buona vita!




“Amore mio, per te farei di tutto, lo sai. E tu invece ti faresti tutti”.

“Lucia è il tuo nome e per anni hai portato la luce nella mia vita, ma non conoscevo le tue ombre. E da quando ti ho visto con lui che ti baciavi davanti a quella diavolo di pasticceria, la nostra preferita, è arrivato solo il buio. Mia moglie e un altro uomo avvinghiati dentro una macchina, come amanti in incognito”.

“Ma invece di dirtelo subito ho indagato. E in un mese, 31 giorni per l’esattezza, ho scoperto che c’era dell’altro ancora. E soprattutto degli altri. I martedì con le amiche a cena avevano un fuori menù speciale, diciamo, perché non erano che uno squallido teatrino di amanti. Tu e i tuoi “amici”… Molto bene, e allora racconto tutto.

Come quel viaggio che ti ho spinto a fare io perché eri stressata per il lavoro. Hai preso un aereo da sola “per raggiungere le amiche di Roma” dicevi, quelle che non conoscevo, con agganci per la vacanza low cost in Egitto… e io scemo a crederti. Era solo il primo dei tuoi tradimenti. Te l’ha pagata l’avvocato quella ragazza. Come ho fatto a non capire? Non sapevo che ti piacessero i ricchi. E infatti mi sa che ti piacciono tutti, dalle foto che c’erano nel tuo computer.

Sì, ti ho frugato nel computer. E ho scoperto del personal trainer. E della settimana di lavoro a Milano, che in realtà era solo una “romantica” avventura con real_macho, quel tizio con cui chattavi. (Ma che nome è? Ma che persona sei tu? Immagino che insieme avrete vissuto tutte le sfumature dell’amore, dei sapori…) Ma la cosa peggiore, Lucia, è la becera storia che ti stai facendo ora, con tu sai chi. Vedo che ti sei trovata bene con i miei colleghi, se vuoi te ne presento altri”.

Il nostro matrimonio è finito. Ti lascio. Ma non immaginarci qui soli io e la mia ossessione di te che mi hai tradito con tutto il mondo. Io non tornerò indietro. Hai sbagliato tu e non mi vergogno a raccontare a tutta Italia la vita segreta della mia mogliettina perfetta. Anzi, ho persino aperto una pagina facebook.com/tuoexmarito
Io e te ci vediamo in tribunale

Il tuo ex marito,
Enzo




sabato 13 settembre 2014

Una mattinata di indagine alle costole del Sig. X


Anche oggi è stata una giornata di lavoro lunga e faticosa, fatta di molti imprevisti...quelli non mancano mai, sono li nascosti da qualche parte pronti a manifestarsi nel momento meno opportuno e più propizio per l'indagine.
Questa mattina ho aspettato per più di un ora il mio collega Alessio che mi avrebbe dovuto affiancare durante le operazioni di localizzazione del veicolo e poi di pedinamento... ma proprio a casusa di un imprevisto, la sua autovettura, una nuovissima Smart two, lo ha lasciato in panne nel bel mezzo del GRA, in attesa del soccorso stradale.
"Bella fregatura"! Mi sono fatto coraggio e proprio come accadeva agli inizi della mia carriera professionale, ho ingranato la marcia e sono andato in servizio da solo.
Premetto - quando avevo 19 anni la localizzazione dei veicoli la vedevi solamente nei film di 007 e quando dovevi fotografare la persona investigata, dovevi essere molto abile nel coordinare lo zoom, la messa a fuoco manuale e taratura gli ISO - oggi le fotocamere sono automatizzate, tutta un altra storia.
Il soggetto delle mie indagini è davvero una brutta persona, di quelle con cui non vorresti mai avere nulla a che fare nella vita. A dire della mia cliente, il Sig. X è un uomo che campa di espedienti e piccole truffe, non ha precedenti penali ma é comunque alla stregua dei peggiori criminali, munito (dice la cliente) di una pistola semiautomatica con annesso silenziatore nascosta nel capannone di casa.
Alle ore 03:00 istallo il dispositivo GPS calamitato sotto la scocca di una Mercedes Classe A, autovettura questa utilizzata dalla persona oggetto delle mie indagini.
Per non destare sospetto mi allontano dalla zona ed attendo che il Sig. X si muova.
Alle ore 04:00 "aggancio" il mio uomo mentre percorre la via Ardeatina,  la sua guida è pacata, non sospetta certo della mia presenza ne tanto meno che l'intelligence della mia agenzia investigativa a Roma, "Atlantica Investigazioni" stia svolgendo da circa 10 giorni una ricerca e raccolta informazioni sul proprio conto.
La strada è ancora libera e decido per tanto di dargli una distanza di circa 200 metri - penso fra me e me - "rischio zero".
Dopo circa venti minuti l'uomo ferma l'auto all'interno del parcheggio riservato ai clienti del supermercato Pim, situato in zona Ardeatina; vista l'ora il posto risultata essere particolarmente isolato e privo di altri soggetti.
Devo stare molto attento a non farmi notare, un appostamento azzardato insospettirebbe il Sig. X, che per causa mia potrebbe repentinamente cambiare i suoi programmi, del resto non so ancora quale siano le sue intenzioni e di certo questo posto isolato non promette nulla di buono, ho la sensazione che stia per accadere qualcosa di particolare che dovrò assolutamente documentare. Il tempo stringe ed è arrivato il momento di guadagnarsi la parcella.
Abbandono la mia Alfa lontano dal parcheggio in parola e con lo zaino in spalle che contiene la mia attrezzatura, di corsa raggiungo il posto segnalato dalla mappa del palmare,  che comanda il localizzatore GPS.
Ora intravedo il parcheggio e l'autovettura dell'uomo posteggiata nel bel mezzo del piazzale. Arresto la mia corsa e rapidamente do uno sguardo attento nella zona che circonda il supermercato - devo essere breve e risoluto - quindi intravedo una fitta vegetazione alle spalle della Mercedes, dove il Sig. X è in attesa.
Rapidamente scavalco una rete ed aggiro il piazzale in questione, quindi inizio ad insinuarmi  all'interno della radura, dimenandomi tra foglie e rami, alla ricerca disperata di un punto ottimale dove poter posizionare il mio teleobiettivo.
L'adrenalina mi spezza il fiato e la storia della pistola silenziata mi rende ancora più nervoso, ripeto tra me e me "nulla di buono" - devo assolutamente essere invisibile altrimenti finisco male!
Il ricordo va inevitabilmente a quando ero in servizio nei Parà e alle lezioni di mimetizazione che ero costretto a sorbirmi durante i continui addestramenti; il tenente gridava con tono marziale "spezzando le sagome e i profili sarete salvi"...così con molta premura preparo la mia reflex, inserisco il teleobiettivo posizionandolo sul trepiede telescopico, programmo l'esposizione del diaframma e vado immediatamente in puntamento.
La sensazione che provo in queste situazioni è molto strana, mi immedesimo in un cecchino o peggio ancora in un killer che appostato con il suo fucile attende il momento giusto per esplodere il colpo fatale.
Nel frattempo il sudore pervade la mia fronte mentre le zanzare si cibano del mio sangue, che a giudicare dalle numerose punture, pare piacergli molto.
Il sudore ora gronda sul volto e l'occhio che mira, strizza al sale e alla stanchezza di quella estenuante attesa; non so ancora quanto potrò resistere rannicchiato in attesa degli eventi.
Sono le ore 05:30 e finalmente vedo arrivare una motocicletta, modello Ducati Monster, che prima di sostare nel piazzale, effettua diversi giri nel parcheggio come per controllare che tutto sia apposto.
La Ducati accosta velocemente vicino alla Mercedes e con fare circospetto l'uomo toglie il casco, scende dalla moto e velocemente accede a bordo dell'auto.
La mia reflex immortala quelle immaggini come una mitragliatrice, effettuando in pochi secondi più di 25 scatti.
Trattasi di un ragazzo avente l'età apparente di circa 27 anni, dai lineamenti del viso marcati e dalla corporatura esile.
I due rimangono in auto a conversare animatamente mentre la mia reflex continua ad immortalare ogni attimo di quell'incontro, alla ricerca di qualche evidenza.
Sono le ore 06:00 e nel parcheggio iniziano ad arrivare altre vetture che nulla hanno a che fare con i fatti che mi interessano.
Improvvisamente il motociclista scende dall'auto per portarsi dietro la vettura, apre il bagagliaglio e prelevare un pacco di piccole dimensioni che poi riposa nel suo zaino - quindi infila il casco e rapidamente si allontana dal piazzale a gran velocità.
A questo punto il Sig. X accende il motore della propria Mercedes per riprendere la corsa in direzione della propria abitazione, quindi ripongo il materiale fotografico all'interno del mio zaino ed esco dal mio appostamento con le ginocchia intorpidite dalla scomoda posizione, cercando di guadagnarmi velocemente a strada per uscire dalla vegetazione.
Tornato a bordo della mia auto, seguo le indicazioni del mio palmare per raggiungere la posizione del GPS istallato nella Mercedes del mio uomo.

Segue...

by
Investigatore privato

giovedì 21 agosto 2014

Le truffe su Facebook

Malgrado Facebook abbia compiuto 10 anni dalla sua prima apparizione nel web, sono in molti a cadere nelle truffe e nello “scam” (applicazioni e link usati per rubare i dati degli utenti). Gestendo la mia agenzia investigativa a Roma, ho avuto modo di assistere clienti che a causa del furto dei propri dati personali ha avuto seri problemi economici, legali e sociali.  Ecco dunque le truffe più usate dagli hacker per impossessarsi del denaro altrui e dei rispettivi dati personali.
  1. Il numero uno è la frottola più datata, cioè quella che riporta il messaggio invitante di “Chi ha visitato il mio profilo?“. Sono molte le applicazioni che promettono di scoprire quali utenti hanno visitato il nostro profilo, chiaramente è una truffa!
  2. Al secondo posto suggerisco l'app "Cambiate colore a Facebook“. Anche in questo caso si tratta di una bufala, non c'è modo attualmente, di poter cambiare il colore del proprio Facebook!!
  3. Prestate attenzione al “sextape” di Rihanna,  si rischia di installare malware nascosto all'interno di foto.
  4.  Tra le truffe più diffuse c'è quella della T-shirt ufficiale di Facebook, seguendo le istruzioni dell'app, forniamo dati sensibili e favoriamo l’installazione di malware o altri file dannosi.
  5. In quinta posizione troviamo tutti quei Link che promettono prodotti gratuiti che, il più delle volte, dirottano l'utente a pagine con programmi malevoli.
  6.  Anche l’app che permette di verificare chi ci cancella dagli amici è ovviamente una truffa
  7.  Dannosi sono tutti quei link che spiegnoa come vedere i 10 profili che ci somigliano di più.
  8.  Infine, un’app per modificare il template di Facebook: “Ecco come modificare il tema di Facebook“, chiaramente, una truffa!!!
Il furto di identità è sempre più diffuso e difficile da affrontare, sia per la complessità con cui viene rubato il dato, sia per l'internazionalizzazione delle truffe che hanno questo scopo. Come investigatore Roma, posso consigliarvi di non cliccare mai alcun link se non siete sicuri di cosa state facendo.

martedì 14 gennaio 2014

Un investigatore privato ingaggiato per l’omicidio al cimitero di Catania

E' notizia recente che il Sig. Angelo Matà, figlio di Maria Concetta Velardi, la donna trovata morta in circostanze misteriose, con il cranio fracassato martedì pomeriggio al cimitero di Catania, ha assunto un investigatore privato per aiutare gli inquirenti a risolvere il giallo della morte della madre.
L'investigatore privato ingaggiato è un ex poliziotto che per molti anni ha svolto servizio alla sezione omicidi della squadra mobile, la stessa struttura investigativa che sta seguendo il caso. Sarà lui a indagare assieme alla polizia per tentare di risolvere un dei delitti più intrigati degli ultimi anni avvenuti a Catania.
Si scava intanto nel passato della Velardi e gli investigatori della scientifica che hanno fatto i rilievi al cimitero hanno messo uno dietro l’altro tutti gli elementi che compongono il mosaico dell’omicidio: a partire delle macchie di sangue trovate su una pietra, ma anche le impronte delle grosse mani scoperte poco dopo accanto al corpo riverso della donna.
Gli investigatori sono rimasti colpiti dal modo maniacale con cui Maria Concetta Velardi curava, al cimitero, la tomba di famiglia, una sorta di seconda casa visto che lei tutti giorni e per molte ore la frequentava: dai fiori, mazzi di rose bianche, sempre freschi al vischio appeso accanto alla porta, alle stelle di natale, al tappeto di finto prato dinanzi alla cappella. Un’area che lei aveva completamente invaso e che viveva accanto al marito e al figlio morti meno di dieci anni fa.
In questo contesto potrebbe essere maturata la vendetta di qualcuno che Maria Concetta Velardi forse conosceva e che magari ha rifiutato o con cui ha avuto un litigio. Un rancore covato per diverso tempo sfociato con tanta rabbia, visto che l’assassino si è accanito contro il capo della donna.
Angelo Matà figlio della vittima, subito dopo il delitto è stato sentito per diverse ore dalla polizia, ma non è mai stato iscritto sul registro degli indagati perché sospettato di avere avuto responsabilità nell’omicidio della madre.
Al cimitero intanto c’è paura: la morte violenta di Maria Concetta Velardi preoccupa i tanti che spesso fanno visita ai loro cari defunti.
Non si conosce al momento il giorno dell’autopsia che è stata decisa dal magistrato titolare dell’inchiesta.
Auguro quindi al collega, buon lavoro, con la speranza che la verità venga a galla in tempi celeri e che quindi il responsabile di tale delitto venga al più presto assicurato alla giustizia.

Info: http://catania.blogsicilia.it

giovedì 12 settembre 2013

Software spia per cellulari e intercettazioni: controindicazioni!

Sono certo che almeno una volta nella vita è balenata a chiunque  l’idea di spiare il cellulare di qualcuno, quello del proprio partner, del proprio dipendente o quello di un concorrente commerciale. 
Oggi, esistono nel mercato centinaia di software spia utili allo scopo a costi irrisori, ingrado di svolgere molteplici operazioni:
  • Localizzazione del cellulare: La localizzazione del cellulare è effettuata utilizzando il gps integrato sul cellulare controllato. .
  • Copia foto e video. Tutte le foto video e documenti possono essere copiati.

  • Copia rubrica: I dati della rubrica come nome cognome numeri di telefono email associati vengono estrapolati e memorizzati in un server dedicato.

  • Avviso cambio sim: Nel caso in cui sul cellulare controllato viene sostituita la sim un sms spia invia il nuovo numero di telefono inserito.
  • Ascolto ambientale: la funzione ascolto ambientale permette di attivare il microfono del cellulare controllato. 
Apparentemente l'utilizzo di questi software possono sembrare la soluzione ideale per risolvere qualsiasi problematica, ma se andiamo ad analizzare difetti e ricshi legali, sconsiglieremo a chiunque questa soluzione.
  • Esistono centinaia di software spia, ma molti di loro non funzionano molto bene, e sono difficili da installare soprattutto per utenti poco esperti.  
  • Una volta installato  il software spia, il telefono cellulare spiato potrebbe manifestare malfunzionamenti e necessitare maggior dispendio energetico. Un calo sintomatico della capacità della batteria potrebbe allarmare l'utente del telefono spiato e far si che esso possa rivolgersi a tecnici specializzati in grado di identificare tali programmi.
  • L'approccio psicologio nella gestione di un dispositivo atto allo spionaggio prevede una preparazione mentale non indifferente, sapere ad esempio che la propria compagna si prenda gioco di te o parli male della tua persona, potrebbe scaturire in voi, un sentimento angosciante difficile da celare, quindi vuotare il sacco confessandole di aver spiato il proprio telefonino potrebbe essere plausibile. A tal punto la persona spiata potrebbe rivolgersi alle autorità di polizia che svolgendo i propri accertamenti andrebbero ad incriminarvi.
  • I risvolti legali sono gravissimi; Si tratta di intercettazioni che costituiscono un reato, punito dall’art. 617 bis del codice penale, quindi non essendo state effettuate con i crismi delle procedure legali, secondo l’art. 271 dello stesso codice non possono essere utilizzate come prove legali in un processo.  
Cos’è una intercettazione illegale (fonte http://www.alexbottoni.com/2012/07/17/intercettazioni-illegali/)

L’esempio più classico è quello del marito che vuole sorvegliare la moglie e decide di piazzarle una “cimice” sul telefono cellulare (vedi oltre per gli strumenti e le tecniche utilizzati). In questo caso siamo di fronte ad un privato cittadino, come voi e come me, che decide di intercettare le comunicazioni di un altro privato cittadino.
Ebbene, questo comportamento in Italia (come in quasi tutto il mondo) è illegale.
Con il termine “illegale” non intendo dire che “non si dovrebbe fare ma… vabbè, lo fanno tutti…”. Il termine illegale significa che è un reato punito con il carcere (fino a cinque anni). Si va in galera per una cosa del genere.
Anche sommando tutte le possibili attenuanti e contando sulla clemenza della corte, si va in galera lo stesso.
Il fatto che si tratti della moglie, del marito, dei figli o dei genitori con l’Alzaimher, è irrilevante. Si va in galera lo stesso.
Il fatto che l’intercettazione la metta in atto un “investigatore privato” è una aggravante (perché configura l’associazione a delinquere…). Finiscono in galera (per molto più dei cinque anni previsti per la sola intercettazione illegale) sia il “detective” che il suo cliente.
Non è necessario che la “vittima” denunci il suo persecutore: trattandosi di un reato vero e proprio (Codice Penale…), si procede d’ufficio. Il Pubblico Ministero non può nemmeno scegliere se trascinare in giudizio l’intercettatore: è costretto a farlo dalla legge.
Insomma: intercettare qualcuno è una pessima idea. Si finisce in galera per una cosa del genere.

Per concludere:
In molte città italiane sono sorti degli appositi negozi che vendono tutti gli strumenti necessari sia alle intercettazioni telefoniche che a quelle ambientali; nel web la scielta è ancora più ampia. Bene, sappiate che i gestori di queste attività non finiranno mai in galera per avervi venduto un microfono spia, poichè sono i loro clienti gli utenti finali e quindi i possibili "criminali".
In Italia (come in quasi tutto il mondo), il commercio di strumenti adatti alle intercettazioni telefoniche ed ambientali è legale, invece, l’uso di questi strumenti è sempre e comunque illegale. Si finisce sempre e comunque in galera, qualunque sia il motivo per cui si è effettuata l’intercettazione e qualunque sia il modo in cui la si è effettuata. Vi prego di riflettere a lungo sul significato di “sempre e comunque”. Non sto scherzando. Non esistono “attenuanti” o “giustificazioni” che si possano invocare per restare fuori di galera.
Il mio consiglio è quello di rivolgervi sempre ad un agenzia investigativa  autorizzata, la quale valuterà nei modi previsti dalla legge, come affrontare e risolvere il vostro probelema.
Info: agenzia investigativa Roma

Giuseppe Titalongo

giovedì 16 maggio 2013

Agenzia Investigativa: Come scegliere un'Agenzia Investigativa ?

Navigando sul web sono venuto a conoscenza di alcuni blog che forniscono indicazioni su come scegliere una valida agenzia investigativa.
Sono sinceramente contrariato da quanto ho avuto modo di leggere, poichè, a mio giudizio, la maggior parte delle informazioni riportate all’interno dei post, sono state scritte al solo scopo di fare pubblicità.
Credo sia necessario per tanto fornirvi più informazioni circa l’argomento in oggetto, nella speranza che in futuro, il web sia usato dai miei colleghi, con più diligenza.
  • Esperienza professionale:
Non è assolutamente vero, che una agenzia investigativa che opera nel campo da moltissimi anni, sia sicura ed affidabile.
Recentemente la cronaca, ci ha portato a conoscenza di arresti eclatanti che hanno interessato i titolari di famosissime agenzie investigative.
Il mio consiglio e quello di fidarsi del proprio istinto e di chiedere sempre le credenziali al proprio interlocutore, (titoli di studio, esperienze professionali, autorizzazioni ecc...) ...diffidate di chi vanta anni di esperienza e non ha modo per dimostrarvelo!
  • Personale investigativo
Molte agenzie investigative, millantano di collaboratori sparsi in tutto il territorio nazionale, questa affermazione è davvero poco plausibile, dato che per legge, ogni collaboratore investigativo, deve essere assunto per norma, con contratto a tempo indeterminato e deve essere inserito in agenzia rispettando alcune regole, che molto spesso ne delimitano l’operatività e la mansione.

  • Pubblicità e presenza nel web
Nel web si trova di tutto... recensioni, commenti, blog e siti, che il più delle volte ingannano il visitatore.
Tenete presente che, l’investigazione privata e un ambito molto delicato e riservato, rivolgersi ad un detective privato non è come andare in un ristorante o in un albergo, quindi difficilmente il cliente scriverà una recensione su internet.
Se analizzate i risultati delle vostre ricerche in rete, sarà facile individuare chi scrive argomentazioni e recensioni che promuovono la rispettiva agenzie investigative.
Questo è a mio parere  un comportamento poco professionale, che mira ad “ingannare” l’utente.

Organizzazione dell’agenzia investigativa
L’abito non fa il monaco. Ci sono molte agenzie investigative che spendono molto denaro per apparire agli occhi del pubblico, grandi e ben strutturate e al contrario, investono pochissimo per comprare apparecchiature e mezzi idonei alle investigazioni.
Gestisco personalmente l’agenzia Atlantica Investigazioni da moltissimo tempo, ed essendo nel settore da circa 17 anni, posso dirvi con franchezza che la professione dell’investigatore privato, non può essere considerata un attività aziendale.
I motivi sono tanti:
- La legge obbliga il titolare dell’agenzia investigativa, a gestire personalmente la propria attività e a ricevere personalmente la clientela;
Svolgere l’indagine in prima persona è una garanzia per il cliente, sintomo di professionalità e di dedizione;
Lavorando in team è fondamentale la presenza del titolare, per creare la giusta sinergia in campo.
Il fattore umano nell’ambito investigativo è importantissimo. Il cliente non ha solo la necessità di recuperare delle prove, ma vuole essere considerato, ascoltato e ben consigliato. Spesso un buon suggerimento è più importante del lavoro stesso.
I collaboratori sono tecnicamente preparati e motivati, ma senza il coordinamento dell’investigatore privato, titolare dell’agenzia investigativa...l’errore è dietro l’angolo.
  • Legalità e trasparenza
Ci sono agenzie investigative che pur di accaparrarsi un lavoro, vendono servizi illegali, approssimativi, o del tutto inesistenti.
La legge punisce chi viola la privacy e le norme sulla riservatezza dei dati sensibili, chiunque commissiona un incarico illegale è a tutti gli effetti, il “mandante” di un crimine.
La trasparenza è fondamentale, il solo fatto di promuovere la propria attività in maniera ingannevole, è sintomo di poca correttezza nei confronti dei colleghi e del cliente stesso.
Ricordate sempre che, un investigatore che vi convince a firmare il mandato di ingaggio con delle menzogne, va denunciato, così da poter pretendere il risarcimento del danno subito.

martedì 23 aprile 2013

L'investigatore deve testimoniare ciò che è avvenuto sotto i suoi occhi Stampa Email Dettagli 22 Apr 2013 Scritto da Redazione

L'investigatore privato ingaggiato dalla moglie per la separazione non può solo confermare in aula il suo rapporto, che invece deve entrare nella causa come prova orale
L'Agenzia investigativa ingaggiata dalla moglie per spiare i presunti tradimenti del marito ai fini della separazione non può limitarsi a confermare in giudizio il suo rapporto, ma deve testimoniare i fatti precisi, circostanziati e chiari che ha appreso sotto la sua percezione diretta. È quanto emerge dall'ordinanza pubblicata dalla nona sezione civile del tribunale di Milano (giudice estensore Giuseppe Buffone).
Giusto processo
La moglie che vuole addebitare la separazione al marito ha messo il detective alle calcagna dell'uomo per documentarne eventuali scappatelle o vere e proprie relazioni extraconiugali. Ma non può pretendere che la relazione proveniente dallo "007" entri così com'è nella causa. Il servizio svolto dall'investigatore è una mera acquisizione di dati, con relativa elaborazione, e resta dunque confinata nell'ambito delle attività senza valenza pubblicistica, in quanto collocabile nel settore del commercio. Insomma: il resoconto dell'attività investigativa, svolta su mandato di una delle parti processuali per ottenere argomenti da utilizzare avverso la controparte, è qualificabile come «scritto del terzo» e costituisce, dunque, una prova atipica; che ha funzione di di supporto testimoniale alla tesi della parte che li ha incaricati (nella specie la moglie convinta dei tradimenti del marito). Risulta allora inammissibile la richiesta istruttoria con cui la moglie si limita a chiedere al giudice che l'investigatore venga a "confermare" il rapporto investigativo depositato agli atti: la relazione del detective, invero, contiene «fatti» non assunti in giudizio nel contraddittorio e con le forme di legge e dunque non risulta utilizzabile, pena la violazione dei principi del giusto processo. Il giudice non ammette le prove orali richieste dalla moglie e fissa l'udienza per la precisazione delle conclusioni.

Fonte: Dario Ferrara www.cassazione.net

venerdì 12 aprile 2013

L'INVESTIGATORE PRIVATO...UNA SCELTA DI VITA

Mi capita spesso di ricevere numerosi curriculum vitae, di persone che desidererebbero collaborare presso la mia agenzia investigativa Atlantica.                                                                                                                                         Leggo in gran parte di questi curriculum, qualità inutili per la nostra attività e traspare la totale ignoranza della conoscenza per il settore.
La professione dell'investigatore privato è molto delicata e piena di difficoltà; si esce presto di casa sensa sapere a che ora sarà il rientro, si dorme poco, non si possono organizzare fine settima o vacanze future... Natale, Capodanno e Pasqua sono un incognita.
Non c'è un orario di lavoro definito e diventa difficile mantenere rapporti personali e interpersonali con amici e parenti, i quali, svolgendo attività lavorative normali, difficilmente riesco a comprendere quali siano le esigenze e i doveri di un detective privato.    
Durante lo svolgimento del servizio siamo costretti, per ovvie ragioni, a prolungati appostamenti, dove la minima distrazione potrebbe compromettere il buon esito dell'indagine. Ciò comporta grandi disagi, difficilmente si riesce a pranzare o cenare e cosa ben più grave, il più delle volte, siamo costretti a trattenere i normali bisogni fisiologici per non perdere di vista il soggetto investigato.
Non andare al bagno nuoce gravemente alla salute di qualunque essere umano, in più dobbiamo considerare che, gran parte dei pedinamenti e degli appostamenti, vengono eseguiti in moto, specie per quei colleghi che come me, operano in grandi città, trafficate e affollate come Roma. Quindi l'inverno bisogna combattere il freddo e la pioggia, mentre l'estate il forte caldo e la disidratazione.      
Ogni indagine richiede molta abilità sia operativa che strategica, senza mai dimenticare di attenzionare  e di esaminare tutti i cavilli legali del caso, per non incappare in denuncie o diffide.                                                                                                                            
Terminata l'attività lavorativa si ritorna a casa, ma è buona abitudine guardarsi le spalle poichè di tanto in tanto si aggiungono nuovi "amici" che telefonicamente o con chiare azioni intimidatorie, promettono vendetta...Il bello è che, a gran parte degli investigatori italiani, non viene riconosciuto loro, il diritto di possedere il porto d'armi.
Tutte le difficolta professionali si ripercuotono inevitabilmente sulla famiglia e sulla vita privata...vi assicuro che trovare una donna che possa sopportare quanto detto, non è facile...questo non è un romanzo e quando si è stanchie o ci si stufa, non si può spegnere la tv o chiudere il libro... Il nostro lavoro è determinato dalla passione e dalla voglia di aiutare il prossimo, chi non possiede queste caratteristiche e pensa solo al denaro...è fuori!

giovedì 1 novembre 2012

Bin Laden è morto?...

 


Le prove che Bin Laden è ancora vivo in dieci punti.

Vi invito a riflettere su alcuni elementi. Perché la verità ufficiale è solo quello che vogliono farci credere.
 
  •  La foto è un evidente fotomontaggio: la foto già circola da diversi mesi ed autorevoli siti lo dimostrano.

  •  La barba è ordinatissima: vi sembra che dopo un conflitto a fuoco e un colpo in testa, non ci siano macchie di sangue ovunque? Invece se la cava con qualche evidente trucco scenografico e due occhi pesti.
  •  Le elezioni mid-term avevano fatto emergere chiaramente serie difficoltà politiche per Obama il quale, invece, con questo annuncio guadagna consensi e può sostanzialmente dire di aver ipotecato gran parte della sua rielezione.
  • Ci hanno sempre detto che si nascondeva nelle grotte e che cambiava località con frequenza: adesso si scopre che viveva in un complesso residenziale di lusso. Vi sembra plausibile??
  •  Possibile che sono bastati 15 uomini dei Navy Seals e qualcuno della CIA per catturare in una quindicina di minuti quello che è sempre stato definito il più pericoloso terrorista del mondo? 
  • Sempre uguale a sè stesso: è plausibile pensare che una persona ricercata da tutto il mondo ed in tutto il mondo provi quanto meno a radersi.
  •  Seppelliscono il corpo in mare...per impedire il riconoscimento.
Diffidate da chi propone verità assolute ma non vi dà nemmeno uno straccio di prova. 



Thanks:
Agenzia investigativa Roma