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giovedì 18 ottobre 2018

Chi l’ha visto?: l’investigatore privato alla ricerca delle persone scomparse



Dov’è? Perché non torna? Sarà ancora vivo? Sono queste le domande che il più delle volte affliggono tutte le persone che hanno avuto la maledizione di non vedere più tornare in casa il proprio figlio, compagno, amico o congiunto.
Gli scomparsi in Italia sono tanti – troppi - una moltitudine di persone che, in un giorno come altri, hanno fatto perdere in men che non si dica ogni traccia di essi - svaniti nel nulla senza dare più alcuna notizia – persone che dal giorno della loro scomparsa pare abbiano intrapreso un viaggio lungo ed interminabile nei bassifondi delle loro vite, luoghi ignoti da cui non sono ancora tornati. Delle volte lasciano qualche indizio, a volte il nulla assoluto.
Fantasmi mai dimenticati. Persone che hanno lasciato dietro di sé storie di vita quotidiana, delusioni e successi, amori e solitudine, tristezza e felicità…poi un vuoto incolmabile.
Ne abbiamo parlato con Giuseppe Tiralongo, un professionista che da più di vent’anni si occupa di persone scomparse attraverso la propria attività di investigatore privato.
<< È curioso. Tra gli “scomparsi” ci sono più uomini che donne. È difficile tracciare un identikit dello scomparso perché esso è composto da bambini, adulti ed anziani, di ogni classe e ceto sociale, tra di essi primeggiano i casi degli allontanamenti volontari, poi seguono quelli dovuti a conseguenze di malattie mentali ed in fine quelli avvenuti per colpa di un crimine.
Le persone che spontaneamente decidono di scomparire, lo fanno con il preciso intento di cambiare la propria vita. C’è chi si trasferisce in altri paesi e c’è chi per vari motivi, decide di cessare ogni rapporto con la società e nella completa indifferenza, sopravvive come un barbone ai margini delle strade cittadine.  Poi ci sono i malati mentali, gli anziani e i bambini, soggetti che il più delle volte escono di casa perdendo il senso dell’orientamento.
La situazione si complica quando alla scomparsa è legata una vicenda dai risvolti penali più o meno gravi, una circostanza questa che rende le indagini molto più complesse; persone scomparse per via di negligenze varie (vedi il caso di Daniele Potenzoni scomparso dalla stazione Termini di Roma il Giugno del 2015), rapite da organizzazioni malavitose, sequestrate dai un genitori o da uno stalker, altre recluse a seguito di manipolazioni psicologiche. >>
Come si svolge un indagine per trovare una persona scomparsa?
<<Dalla mia personale esperienza professionale posso asserire come, l’intervento dell’investigatore privato sia generalmente richiesto al termine delle indagini di polizia o carabinieri, solo quando purtroppo nulla si è potuto per ritrovare lo scomparso. 
Con questo non voglio in alcun modo denigrare il lavoro delle forze dell’ordine al contrario, il loro intervento è essenziale e permette a noi investigatori privati di poter lavorare con materiale prezioso ed intraprendere così un indagine con una diversa chiave di lettura. 
I vantaggi che ha un investigatore privato sono pochi o nulli a parte quello di non essere un pubblico ufficiale - proprio per questo - si ha a la liberta di impiegare moltissimo tempo per poter intraprende tutte le investigazioni necessarie e la possibilità di ricevere confidenze ed informazioni che nessuno farebbe ad un poliziotto. Un buon investigatore privato deve seguire tutte le piste possibili, anche quelle che sono meno plausibili al fine di non escludere alcuna possibile svolta alle indagini; dico sempre che “dove c’è fumo c’è fuoco”.
Tornando alla domanda, il primo passo che faccio è quello di studiare il fascicolo delle indagini condotte da Polizia e Carabinieri, ripercorrendo in ordine cronologico tutti gli sviluppi delle loro investigazioni - se sono fortunato - posso trovare i verbali dei sopralluoghi, i tabulati telefonici, i movimenti di carte di credito e bancomat, eventuali segnalazioni anonime, i verbali dei test ed altro ancora. 
Fondamentale è anche indagare sulla vita privata della persona scomparsa, quindi mi metto alla ricerca di indizi che potrebbero emergere nella quotidianità, indagando negli ambienti di lavoro, nelle frequentazioni, tra le amicizie e le relazioni sentimentali – tentando di portare alla luce un segreto, una stranezza che possa condurmi ad una nuova pista.
La parte che in genere prediligo è quella dell’escussione di testimoni che potrebbero riferire cose viste e mai dette, questa fase di indagine è molto delicata, bisogna avere esperienza e delle volte tanta fortuna. 
Quando un test mi racconta un “fatto” dopo averlo esposto la prima volta alla polizia o comunque in un contesto giudiziario di forte stress, è scontato come lo stesso tenda il più delle volte a ripercorrere la prima esposizione piuttosto che rievocare nuovamente i ricordi diretti di quella determinata vicenda vissuta. Questo automatismo si intensifica con il passare del tempo e alla fine accade che il più delle volte la persona intervistata non ricordi più i fatti di qui si è reso testimone ma solamente “il ricordo del primo racconto”. L’obbiettivo è quello di recuperare dettagli che magari gli erano sfuggiti alla prima occasione, particolari che spesso non sono per lui rilevanti ma che potrebbero esserlo per gli addetti ai lavori. 
Per tentare di ricevere nuove informazioni devo necessariamente liberare la persona intervistata dal ricordo del suo primo racconto per riportarla gradualmente alla memoria dei fatti storici.

Per rendere più produttiva l’escussione di un test è per me fondamentale condurre il colloquio il più informale possibile, tenendo il soggetto intervistato al corrente delle mie intenzioni investigative, improntando un dialogo cordiale e confidenziale.
Invito loro a dimenticare nei limiti del possibile quanto già raccontato ai carabinieri o alla polizia spronandoli ad esporre i fatti come se fosse la prima volta, magari allargando la visuale dei ricordi al fine di non restare vincolati a quelli già riferiti alle autorità di P.S.>>

Cosa consiglieresti di fare a chi non ha ancora trovato il proprio caro?

<<Il mio ruolo non è certo quello di dispensare consigli ma di cercare strade nuove per poter intraprendere ulteriori ricerche, evitare l’archiviazione del caso o favorirne la riapertura dello stesso; Senza l’intervento diretto della polizia o dei carabinieri è difficile proseguire le indagini, il più delle volte si ha necessità di acquisire informazioni tutelate dalla privacy che solo il giudice può concedere.
Quindi è importante mantenere viva sempre la speranza e coltivare il rapporto umano che si instaura con le forze dell’ordine al fine di poter contare, quando sarà necessario, su un loro puntuale coinvolgimento>>.














martedì 21 agosto 2018

Se l'ex coniuge ha un altro partner perde l'assegno di mantenimento

Svolgendo l'attività di investigatore privato Roma da oltre vent'anni, mi capita spesso di dover eseguire investigazioni private finalizzate alla modifica o alla revoca dell'assegno di mantenimento.
Il mio compito è quello di accertare se la persona che percepisce l'assegno di mantenimento svolga una attività lavorativa non dichiarata in sede di separazione o che abbia intrapreso una relazione more uxorio con un altra persona -viceversa- verifico se la persona condannata a versare l'assegno di mantenimento abbia facoltà economiche maggiori da quelle dichiarate in tribunale.
Questa sentenza stravolge in parte il concetto di convivenza more uxorio stabile e duratura, una relazione sentimentale costituita di fatto per creare una nuova famiglia.
Ho letto l'ordinanza emessa dal Presidente delegato Dott.ssa Donatella Montanari e ho notato come nello specifico caso vi siano elementi importanti (figli, redditi e altro) che possano aver influenzato la decisione del presidente - come spesso ricordo ai miei clienti - ogni caso fa giurisprudenza!

L'ex moglie ha un compagno? Stop all'assegno di mantenimento

Il marito non deve più corrispondere l’assegno di mantenimento alla moglie che ha intrapreso una nuova relazione sentimentale, anche se non convive con il nuovo partner ed è priva di attività lavorativa. Così ha deciso il Presidente delegato del Tribunale di Como, in via provvisoria e urgente, con la recente ordinanza del 12 aprile 2018. Ordinanza emessa a conclusione della primissima fase di un divorzio giudiziale – quando generalmente vengono confermate le condizioni della separazione – che ha sin da subito esonerato il marito dal dover corrispondere alla moglie, quasi ex, l’assegno stabilito in separazione.

La donna in questione, già madre di due figli maggiorenni con lei conviventi, aveva avuto il terzo figlio dal nuovo partner con il quale non aveva instaurato alcuna convivenza. Decisione assunta dalla moglie, forse, proprio per non perdere l’assegno di mantenimento che le era stato riconosciuto in sede di separazione e del quale chiedeva la conferma in sede divorzile. Fino a poco tempo fa, infatti, al fine di essere esonerati dal pagamento dell’assegno, era necessario che il coniuge obbligato dimostrasse in giudizio la creazione da parte dell’ex coniuge di una nuova famiglia di fatto, stabile e duratura, e che questa convivenza incidesse “realmente e concretamente sulla situazione economica dell’ex coniuge risolvendosi in una fonte effettiva di reddito”.

Il Presidente del Tribunale di Como ha però ritenuto che le conseguenze economiche derivanti dalle scelte di vita della donna, nello specifico quella di intraprendere una nuova relazione sentimentale (seppur priva del requisito della convivenza) e quella di avere un figlio (scelta che aveva certamente inciso in termini di difficoltà di reperimento di una occupazione lavorativa), non potessero ricadere sul futuro ex coniuge.Infatti non è la mera coabitazione a provare la solidità del rapporto ma, al contrario, è l’esistenza effettiva di un nuovo legame, stabile e duraturo, a determinare la cessazione della corresponsione dell’assegno di mantenimento.

Nello stesso senso, con decreto pubblicato il 21 maggio 2018,  si è pronunciato anche il Tribunale di Ancona il quale – in una causa di modifica delle condizioni di divorzio  e sulla base delle stesse motivazioni del Tribunale di Como –, ha ritenuto di dover revocare l’assegno stabilito in favore della ex moglie.
In questo caso, a fondare la decisione del Tribunale sono state le numerose foto depositate dal marito (tratte dai social network), che dimostravano l’inequivocabile intensità del rapporto tra la ex moglie e il nuovo partner, i periodi di vacanza trascorsi insieme “a nulla rilevando le modalità di ripartizione tra essi delle spese di vacanza”, e la relazione investigativa dalla quale emergeva l’assiduità della frequentazione (seppur priva del requisito della convivenza).
Dunque, costruire  una nuova famiglia – nell’accezione moderna del termine – non è un obbligo, ma una decisione libera e consapevole che ha risvolti pratici e conseguenze giuridiche ben precise. Ecco quindi che, anche in queste pronunce, i  Tribunali – nel solco tracciato dalla Corte di Cassazione nella discussa sentenza Grilli del maggio 2017 sull’assegno divorzile – continuano a valorizzare il principio della autoresponsabilità economica dei coniugi: “la formazione di una famiglia di fatto costituisce espressione di una scelta di vita esistenziale e consapevole, con assunzione del rischio della cessazione del rapporto, rescindendo ogni collegamento con il tenore e il modello di vita legati al coniugio”.


Fonte: http://www.repubblica.it/economia/diritti-e-consumi/famiglia/2018/07/06/news/l_ex_moglie_ha_un_compagno_stop_all_assegno_di_mantenimento-199534935/

sabato 13 settembre 2014

Una mattinata di indagine alle costole del Sig. X


Anche oggi è stata una giornata di lavoro lunga e faticosa, fatta di molti imprevisti...quelli non mancano mai, sono li nascosti da qualche parte pronti a manifestarsi nel momento meno opportuno e più propizio per l'indagine.
Questa mattina ho aspettato per più di un ora il mio collega Alessio che mi avrebbe dovuto affiancare durante le operazioni di localizzazione del veicolo e poi di pedinamento... ma proprio a casusa di un imprevisto, la sua autovettura, una nuovissima Smart two, lo ha lasciato in panne nel bel mezzo del GRA, in attesa del soccorso stradale.
"Bella fregatura"! Mi sono fatto coraggio e proprio come accadeva agli inizi della mia carriera professionale, ho ingranato la marcia e sono andato in servizio da solo.
Premetto - quando avevo 19 anni la localizzazione dei veicoli la vedevi solamente nei film di 007 e quando dovevi fotografare la persona investigata, dovevi essere molto abile nel coordinare lo zoom, la messa a fuoco manuale e taratura gli ISO - oggi le fotocamere sono automatizzate, tutta un altra storia.
Il soggetto delle mie indagini è davvero una brutta persona, di quelle con cui non vorresti mai avere nulla a che fare nella vita. A dire della mia cliente, il Sig. X è un uomo che campa di espedienti e piccole truffe, non ha precedenti penali ma é comunque alla stregua dei peggiori criminali, munito (dice la cliente) di una pistola semiautomatica con annesso silenziatore nascosta nel capannone di casa.
Alle ore 03:00 istallo il dispositivo GPS calamitato sotto la scocca di una Mercedes Classe A, autovettura questa utilizzata dalla persona oggetto delle mie indagini.
Per non destare sospetto mi allontano dalla zona ed attendo che il Sig. X si muova.
Alle ore 04:00 "aggancio" il mio uomo mentre percorre la via Ardeatina,  la sua guida è pacata, non sospetta certo della mia presenza ne tanto meno che l'intelligence della mia agenzia investigativa a Roma, "Atlantica Investigazioni" stia svolgendo da circa 10 giorni una ricerca e raccolta informazioni sul proprio conto.
La strada è ancora libera e decido per tanto di dargli una distanza di circa 200 metri - penso fra me e me - "rischio zero".
Dopo circa venti minuti l'uomo ferma l'auto all'interno del parcheggio riservato ai clienti del supermercato Pim, situato in zona Ardeatina; vista l'ora il posto risultata essere particolarmente isolato e privo di altri soggetti.
Devo stare molto attento a non farmi notare, un appostamento azzardato insospettirebbe il Sig. X, che per causa mia potrebbe repentinamente cambiare i suoi programmi, del resto non so ancora quale siano le sue intenzioni e di certo questo posto isolato non promette nulla di buono, ho la sensazione che stia per accadere qualcosa di particolare che dovrò assolutamente documentare. Il tempo stringe ed è arrivato il momento di guadagnarsi la parcella.
Abbandono la mia Alfa lontano dal parcheggio in parola e con lo zaino in spalle che contiene la mia attrezzatura, di corsa raggiungo il posto segnalato dalla mappa del palmare,  che comanda il localizzatore GPS.
Ora intravedo il parcheggio e l'autovettura dell'uomo posteggiata nel bel mezzo del piazzale. Arresto la mia corsa e rapidamente do uno sguardo attento nella zona che circonda il supermercato - devo essere breve e risoluto - quindi intravedo una fitta vegetazione alle spalle della Mercedes, dove il Sig. X è in attesa.
Rapidamente scavalco una rete ed aggiro il piazzale in questione, quindi inizio ad insinuarmi  all'interno della radura, dimenandomi tra foglie e rami, alla ricerca disperata di un punto ottimale dove poter posizionare il mio teleobiettivo.
L'adrenalina mi spezza il fiato e la storia della pistola silenziata mi rende ancora più nervoso, ripeto tra me e me "nulla di buono" - devo assolutamente essere invisibile altrimenti finisco male!
Il ricordo va inevitabilmente a quando ero in servizio nei Parà e alle lezioni di mimetizazione che ero costretto a sorbirmi durante i continui addestramenti; il tenente gridava con tono marziale "spezzando le sagome e i profili sarete salvi"...così con molta premura preparo la mia reflex, inserisco il teleobiettivo posizionandolo sul trepiede telescopico, programmo l'esposizione del diaframma e vado immediatamente in puntamento.
La sensazione che provo in queste situazioni è molto strana, mi immedesimo in un cecchino o peggio ancora in un killer che appostato con il suo fucile attende il momento giusto per esplodere il colpo fatale.
Nel frattempo il sudore pervade la mia fronte mentre le zanzare si cibano del mio sangue, che a giudicare dalle numerose punture, pare piacergli molto.
Il sudore ora gronda sul volto e l'occhio che mira, strizza al sale e alla stanchezza di quella estenuante attesa; non so ancora quanto potrò resistere rannicchiato in attesa degli eventi.
Sono le ore 05:30 e finalmente vedo arrivare una motocicletta, modello Ducati Monster, che prima di sostare nel piazzale, effettua diversi giri nel parcheggio come per controllare che tutto sia apposto.
La Ducati accosta velocemente vicino alla Mercedes e con fare circospetto l'uomo toglie il casco, scende dalla moto e velocemente accede a bordo dell'auto.
La mia reflex immortala quelle immaggini come una mitragliatrice, effettuando in pochi secondi più di 25 scatti.
Trattasi di un ragazzo avente l'età apparente di circa 27 anni, dai lineamenti del viso marcati e dalla corporatura esile.
I due rimangono in auto a conversare animatamente mentre la mia reflex continua ad immortalare ogni attimo di quell'incontro, alla ricerca di qualche evidenza.
Sono le ore 06:00 e nel parcheggio iniziano ad arrivare altre vetture che nulla hanno a che fare con i fatti che mi interessano.
Improvvisamente il motociclista scende dall'auto per portarsi dietro la vettura, apre il bagagliaglio e prelevare un pacco di piccole dimensioni che poi riposa nel suo zaino - quindi infila il casco e rapidamente si allontana dal piazzale a gran velocità.
A questo punto il Sig. X accende il motore della propria Mercedes per riprendere la corsa in direzione della propria abitazione, quindi ripongo il materiale fotografico all'interno del mio zaino ed esco dal mio appostamento con le ginocchia intorpidite dalla scomoda posizione, cercando di guadagnarmi velocemente a strada per uscire dalla vegetazione.
Tornato a bordo della mia auto, seguo le indicazioni del mio palmare per raggiungere la posizione del GPS istallato nella Mercedes del mio uomo.

Segue...

by
Investigatore privato

lunedì 5 agosto 2013

Chiude i ladri all'interno dell'auto, dovrà risarcirli con 18mila euro

Il proprietario del mezzo denunciato per sequestro di persona. Barista minacciato di querela perché non voleva servire un caffè ad uno spacciatore che stazionava tutto il giorno davanti al locale.

Condanna penale e risarcimento di 18mila euro ai ladri che gli stavano rovistando dentro l’autovettura e che il proprietario, incautamente, ha chiuso dentro in attesa della polizia. E non è l’unico caso di persone che da vittime di un reato diventano imputati per un’altra violazione.
È la disavventura vissuta da un perugino che una sera, uscendo da una discoteca, ha trovato due ladri che avevano aperto la sua vettura e stavano cercando soldi e oggetti da rubare. Il ragazzo avendo visto la scena da lontano ha subito chiamato la polizia denunciando il furto in atto e chiedendo di fare presto. Poi si è avvicinato all’auto in silenzio, ha chiuso lo sportello aperto e ha azionato la chiusura centralizzata: «Adesso non vi muovete da lì fino all’arrivo della polizia che ho già chiamato». Un comportamento che gli è costato molto caro.
Gli agenti, infatti, hanno portato via i due ladri per tentato furto e danneggiamento, ma una volta in questura hanno anche raccolto la denuncia dei due ladri a carico del proprietario dell’auto: sequestro di persona. Un’accusa assurda, ma che a norma di codice sussiste «pienamente se il ladro è impossibilitato ad uscire e a comunicare ad alcuno la propria posizione». Anche il giudice ha ritenuto che fosse così visto che ha condannato il proprietario della vettura a pagare 9mila euro a testa ai due ladri.

giovedì 16 maggio 2013

Agenzia Investigativa: Come scegliere un'Agenzia Investigativa ?

Navigando sul web sono venuto a conoscenza di alcuni blog che forniscono indicazioni su come scegliere una valida agenzia investigativa.
Sono sinceramente contrariato da quanto ho avuto modo di leggere, poichè, a mio giudizio, la maggior parte delle informazioni riportate all’interno dei post, sono state scritte al solo scopo di fare pubblicità.
Credo sia necessario per tanto fornirvi più informazioni circa l’argomento in oggetto, nella speranza che in futuro, il web sia usato dai miei colleghi, con più diligenza.
  • Esperienza professionale:
Non è assolutamente vero, che una agenzia investigativa che opera nel campo da moltissimi anni, sia sicura ed affidabile.
Recentemente la cronaca, ci ha portato a conoscenza di arresti eclatanti che hanno interessato i titolari di famosissime agenzie investigative.
Il mio consiglio e quello di fidarsi del proprio istinto e di chiedere sempre le credenziali al proprio interlocutore, (titoli di studio, esperienze professionali, autorizzazioni ecc...) ...diffidate di chi vanta anni di esperienza e non ha modo per dimostrarvelo!
  • Personale investigativo
Molte agenzie investigative, millantano di collaboratori sparsi in tutto il territorio nazionale, questa affermazione è davvero poco plausibile, dato che per legge, ogni collaboratore investigativo, deve essere assunto per norma, con contratto a tempo indeterminato e deve essere inserito in agenzia rispettando alcune regole, che molto spesso ne delimitano l’operatività e la mansione.

  • Pubblicità e presenza nel web
Nel web si trova di tutto... recensioni, commenti, blog e siti, che il più delle volte ingannano il visitatore.
Tenete presente che, l’investigazione privata e un ambito molto delicato e riservato, rivolgersi ad un detective privato non è come andare in un ristorante o in un albergo, quindi difficilmente il cliente scriverà una recensione su internet.
Se analizzate i risultati delle vostre ricerche in rete, sarà facile individuare chi scrive argomentazioni e recensioni che promuovono la rispettiva agenzie investigative.
Questo è a mio parere  un comportamento poco professionale, che mira ad “ingannare” l’utente.

Organizzazione dell’agenzia investigativa
L’abito non fa il monaco. Ci sono molte agenzie investigative che spendono molto denaro per apparire agli occhi del pubblico, grandi e ben strutturate e al contrario, investono pochissimo per comprare apparecchiature e mezzi idonei alle investigazioni.
Gestisco personalmente l’agenzia Atlantica Investigazioni da moltissimo tempo, ed essendo nel settore da circa 17 anni, posso dirvi con franchezza che la professione dell’investigatore privato, non può essere considerata un attività aziendale.
I motivi sono tanti:
- La legge obbliga il titolare dell’agenzia investigativa, a gestire personalmente la propria attività e a ricevere personalmente la clientela;
Svolgere l’indagine in prima persona è una garanzia per il cliente, sintomo di professionalità e di dedizione;
Lavorando in team è fondamentale la presenza del titolare, per creare la giusta sinergia in campo.
Il fattore umano nell’ambito investigativo è importantissimo. Il cliente non ha solo la necessità di recuperare delle prove, ma vuole essere considerato, ascoltato e ben consigliato. Spesso un buon suggerimento è più importante del lavoro stesso.
I collaboratori sono tecnicamente preparati e motivati, ma senza il coordinamento dell’investigatore privato, titolare dell’agenzia investigativa...l’errore è dietro l’angolo.
  • Legalità e trasparenza
Ci sono agenzie investigative che pur di accaparrarsi un lavoro, vendono servizi illegali, approssimativi, o del tutto inesistenti.
La legge punisce chi viola la privacy e le norme sulla riservatezza dei dati sensibili, chiunque commissiona un incarico illegale è a tutti gli effetti, il “mandante” di un crimine.
La trasparenza è fondamentale, il solo fatto di promuovere la propria attività in maniera ingannevole, è sintomo di poca correttezza nei confronti dei colleghi e del cliente stesso.
Ricordate sempre che, un investigatore che vi convince a firmare il mandato di ingaggio con delle menzogne, va denunciato, così da poter pretendere il risarcimento del danno subito.

martedì 23 aprile 2013

L'investigatore deve testimoniare ciò che è avvenuto sotto i suoi occhi Stampa Email Dettagli 22 Apr 2013 Scritto da Redazione

L'investigatore privato ingaggiato dalla moglie per la separazione non può solo confermare in aula il suo rapporto, che invece deve entrare nella causa come prova orale
L'Agenzia investigativa ingaggiata dalla moglie per spiare i presunti tradimenti del marito ai fini della separazione non può limitarsi a confermare in giudizio il suo rapporto, ma deve testimoniare i fatti precisi, circostanziati e chiari che ha appreso sotto la sua percezione diretta. È quanto emerge dall'ordinanza pubblicata dalla nona sezione civile del tribunale di Milano (giudice estensore Giuseppe Buffone).
Giusto processo
La moglie che vuole addebitare la separazione al marito ha messo il detective alle calcagna dell'uomo per documentarne eventuali scappatelle o vere e proprie relazioni extraconiugali. Ma non può pretendere che la relazione proveniente dallo "007" entri così com'è nella causa. Il servizio svolto dall'investigatore è una mera acquisizione di dati, con relativa elaborazione, e resta dunque confinata nell'ambito delle attività senza valenza pubblicistica, in quanto collocabile nel settore del commercio. Insomma: il resoconto dell'attività investigativa, svolta su mandato di una delle parti processuali per ottenere argomenti da utilizzare avverso la controparte, è qualificabile come «scritto del terzo» e costituisce, dunque, una prova atipica; che ha funzione di di supporto testimoniale alla tesi della parte che li ha incaricati (nella specie la moglie convinta dei tradimenti del marito). Risulta allora inammissibile la richiesta istruttoria con cui la moglie si limita a chiedere al giudice che l'investigatore venga a "confermare" il rapporto investigativo depositato agli atti: la relazione del detective, invero, contiene «fatti» non assunti in giudizio nel contraddittorio e con le forme di legge e dunque non risulta utilizzabile, pena la violazione dei principi del giusto processo. Il giudice non ammette le prove orali richieste dalla moglie e fissa l'udienza per la precisazione delle conclusioni.

Fonte: Dario Ferrara www.cassazione.net

venerdì 12 aprile 2013

L'INVESTIGATORE PRIVATO...UNA SCELTA DI VITA

Mi capita spesso di ricevere numerosi curriculum vitae, di persone che desidererebbero collaborare presso la mia agenzia investigativa Atlantica.                                                                                                                                         Leggo in gran parte di questi curriculum, qualità inutili per la nostra attività e traspare la totale ignoranza della conoscenza per il settore.
La professione dell'investigatore privato è molto delicata e piena di difficoltà; si esce presto di casa sensa sapere a che ora sarà il rientro, si dorme poco, non si possono organizzare fine settima o vacanze future... Natale, Capodanno e Pasqua sono un incognita.
Non c'è un orario di lavoro definito e diventa difficile mantenere rapporti personali e interpersonali con amici e parenti, i quali, svolgendo attività lavorative normali, difficilmente riesco a comprendere quali siano le esigenze e i doveri di un detective privato.    
Durante lo svolgimento del servizio siamo costretti, per ovvie ragioni, a prolungati appostamenti, dove la minima distrazione potrebbe compromettere il buon esito dell'indagine. Ciò comporta grandi disagi, difficilmente si riesce a pranzare o cenare e cosa ben più grave, il più delle volte, siamo costretti a trattenere i normali bisogni fisiologici per non perdere di vista il soggetto investigato.
Non andare al bagno nuoce gravemente alla salute di qualunque essere umano, in più dobbiamo considerare che, gran parte dei pedinamenti e degli appostamenti, vengono eseguiti in moto, specie per quei colleghi che come me, operano in grandi città, trafficate e affollate come Roma. Quindi l'inverno bisogna combattere il freddo e la pioggia, mentre l'estate il forte caldo e la disidratazione.      
Ogni indagine richiede molta abilità sia operativa che strategica, senza mai dimenticare di attenzionare  e di esaminare tutti i cavilli legali del caso, per non incappare in denuncie o diffide.                                                                                                                            
Terminata l'attività lavorativa si ritorna a casa, ma è buona abitudine guardarsi le spalle poichè di tanto in tanto si aggiungono nuovi "amici" che telefonicamente o con chiare azioni intimidatorie, promettono vendetta...Il bello è che, a gran parte degli investigatori italiani, non viene riconosciuto loro, il diritto di possedere il porto d'armi.
Tutte le difficolta professionali si ripercuotono inevitabilmente sulla famiglia e sulla vita privata...vi assicuro che trovare una donna che possa sopportare quanto detto, non è facile...questo non è un romanzo e quando si è stanchie o ci si stufa, non si può spegnere la tv o chiudere il libro... Il nostro lavoro è determinato dalla passione e dalla voglia di aiutare il prossimo, chi non possiede queste caratteristiche e pensa solo al denaro...è fuori!

venerdì 9 novembre 2012

COME CAPIRE SE IL NOSTRO PARTNER SIA O MENO INFEDELE

COME CAPIRE SE IL NOSTRO PARTNER SIA O MENO INFEDELE

L'infedeltà coniugale può essere distinta da noi investigatori privati in due tipologie: sentimentale o sessuale.
L'infedeltà sentimentale è caratterizzata da incontri extra coniugali con la stessa persona, ripetuti nel tempo e contornati da frequentazioni che rendono il rapporto alla stregua di una normale relazione. (ristoranti, bar, cinema ecc…)
L'infedeltà sessuale invece è caratterizzata da incontri saltuari, finalizzati ai soli rapporti di sesso esplicito.


Sospetti:
  • Spegne il cellulare rientrando a casa
  • Tiene sempre con se il cellulare, anche sotto la doccia!
  • Modifica il codice di accesso PIN
  • Passa molto tempo al computer
  • Ha cambiato gusti
  • Ha cambiato gusti in materia di abbigliamento intimo
  • Ha cambiato orari
  • Ha cambiato abitudini
  • Ha cambiato abitudini alimentari
  • Ha inaspettatamente nuovi interessi
  • E' molto dimagrito
  • Ha stretto amicizie a noi sconosciute

Come comportarsi:
Quando i sospetti diventano concreti è importante mantenere la calma e non far trapelare in alcun modo il malessere, dovuto inevitabilmente dall'angoscia che il dubbio
ci procura.
Cerchiamo di essere obiettivi.
  • Sottoponiamo il partner ad un periodo di esame più o meno breve, dove annoteremo in maniera "imparziale" tutte le stranezze che reputiamo sospette; questo ci aiuterà a delineare i nostri sospetti e soprattutto potrà in seguito contribuire a semplificare il lavoro di un investigatore privato.
  • Non provate a pedinarlo, non essendo professionisti, potreste solo farvi scoprire, rendendo il partner più sospettoso.
  • Non fate troppe domande, poiché non avrete mai riscontri oggettivi e rendereste visibile il vostro sospetto.
  • Chiamare troppo spesso al cellulare può allarmare il partner fedifrago.
  • Confidarsi con gli amici del partner è un'attività inutile e molto spesso controproducente.

Investigatore privato

giovedì 1 novembre 2012

Bin Laden è morto?...

 


Le prove che Bin Laden è ancora vivo in dieci punti.

Vi invito a riflettere su alcuni elementi. Perché la verità ufficiale è solo quello che vogliono farci credere.
 
  •  La foto è un evidente fotomontaggio: la foto già circola da diversi mesi ed autorevoli siti lo dimostrano.

  •  La barba è ordinatissima: vi sembra che dopo un conflitto a fuoco e un colpo in testa, non ci siano macchie di sangue ovunque? Invece se la cava con qualche evidente trucco scenografico e due occhi pesti.
  •  Le elezioni mid-term avevano fatto emergere chiaramente serie difficoltà politiche per Obama il quale, invece, con questo annuncio guadagna consensi e può sostanzialmente dire di aver ipotecato gran parte della sua rielezione.
  • Ci hanno sempre detto che si nascondeva nelle grotte e che cambiava località con frequenza: adesso si scopre che viveva in un complesso residenziale di lusso. Vi sembra plausibile??
  •  Possibile che sono bastati 15 uomini dei Navy Seals e qualcuno della CIA per catturare in una quindicina di minuti quello che è sempre stato definito il più pericoloso terrorista del mondo? 
  • Sempre uguale a sè stesso: è plausibile pensare che una persona ricercata da tutto il mondo ed in tutto il mondo provi quanto meno a radersi.
  •  Seppelliscono il corpo in mare...per impedire il riconoscimento.
Diffidate da chi propone verità assolute ma non vi dà nemmeno uno straccio di prova. 



Thanks:
Agenzia investigativa Roma