giovedì 8 agosto 2019

Quale pistola utilizzare: Revolver o Semiautomatica? Come addestrarsi?


Preciso che non sono un istruttore di tiro e che, quanto scritto è frutto della mia personale esperienza in fatto di armi, un mero parere di un investigatore privato Roma e non di un insegnante TSO, ergo, tutto è opinabile!
Andiamo al punto:

1. Prima di tutto è bene avere consapevolezza su l’impiego che la pistola deve avere una volta acquistata, verrà adoperata come Arma da Difesa o per il Tiro Operativo?
La valutazione deve essere fatta esaminando quale ipotetico problema saremo chiamati ad affrontare con la nostra arma, in particolare in quali condizioni stressogene potremo essere chiamati ad agire, considerando la stanchezza fisica e psichica che in quel malaugurato momento, sicuramente non mancherà.

La scelta dell'arma deve inevitabilmente prevedere diverse sessioni di addestramento fondamentali per acquisire tutti gli automatismi di sicurezza e di utilizzo specifici dell’arma; la tipologia di allenamento deve seguire dei parametri ferrei, non sportivi ( es. precisione da gara ... ) e nemmeno di moda o di tendenza  ( es. Fondina cosciale  bassa ...  armi in uso alle forze speciali ... red dot/ olografici ... torcette tattiche applicate alle slitte, etc. );

2. In addestramento i principi guida da seguire devono essere volti alla simulazione di un ipotetico PROBLEMA e non limitarsi al contesto del poligono o del tiro mirato. Chi va in poligono lo fa normalmente per divertirsi o per passare un po di tempo impegnandosi a fare piccole rosate di tiro. Non si pensa mai al conflitto a fuoco.
Confrontarsi con un pezzo di cartone per far centro e dare quindi per scontato che nessuno ti sparerà contro...è tempo perso o comunque un allenamento non indicato per chi ha esigenze operative o di difesa personale.

3. Il così detto "PROBLEMA", riguarda esclusivamente la realtà di ciò che normalmente accade quando un soggetto armato è sottoposto ad un forte stress, i dati e le statistiche parlano di:
·      partenza di colpi accidentali durante la gestione dell’evento;
·      partenza di colpi durante le manipolazioni di sicurezza;
·      colpi vaganti durante i conflitti a fuoco;
·      uccisioni o ferimenti di persone innocenti;
·      uccisioni o ferimenti di persone causati da fuoco amico.

4. quando c'è il PROBLEMA diventiamo improvvisamente tutti stupidi...dimenticando le nozioni di SICUREZZA necessarie per non commettere errori irreparabili, ad esempio:
·      Mantenere il controllo visivo e tattile;
·      Tenere il vivo di volata basso;
·      Mantenere l’arma bassa anche su targhet ready e visuale libera

5. quando parliamo di legittima difesa e quindi di tiro difensivo dobbiamo considerare due fattori importantissimi:
·      corte distanze di azione;
·      NON SI MIRA.

...IL DITO SOTTO STRESS FINISCE SULLA LEVA DI SPARO ... chi la pensa diversamente o è scarso di intelligenza oppure non ha mai provato lo stress da combattimento / sopravvivenza, del così detto effetto tunnel, della dilatazione delle pupille alias offuscamento della vista, del blocco della lente retinica che impedisce la messa a fuoco del mirino...
Tener conto della Simmetria bilaterale, delle contrazioni muscolari involontarie è di vitale importanza per la scelta dell’arma e del giusto addestramento.

Allora …quale pistola da DIFESA scegliere?
Io consiglio una pistola (che sia a percussore lanciato o a rimbalzo, non importa) che abbia sicuramente la doppia azione al primo colpo, la sicura automatica al percussore, e se possibile, la sicura ordinaria o manuale.
Bisogna tener conto che la pistola da difesa deve essere leggera e facilmente occultabile perché il più delle volte si è costretti a girare per molto tempo armati con la canna che poggia sui genitali o sul fianco.
Il mio consiglio è quello di acquistare una pistola carry, di piccole dimensioni con calibro 9x21…un buon compromesso.

Quale pistola scegliere per il Tiro Operativo?
La pistola per il tiro operativo deve, a mio avviso, avere gli stessi requisiti tecnici di quella per difesa, ovviamente il trasporto dell’arma è sicuramente più agevole e quindi si può puntare all’acquisto di un arma più lunga e con peso superiore anche al kilo.

lunedì 13 maggio 2019

Come prevenire i furti in casa?




In queste circostanze, ho il più delle volte effettuato sopralluoghi che hanno evidenziato la carenza di sistemi di allarmi e di bariere fisiche volte a dissuadere l'accesso in casa di eventuali malintenzionati.
In qualità di investigatore privato, in più occasioni mi sono trovato a dover investigare su furti e rapine che hanno visto protagonisti ignari cittadini, depretati dei loro averi nel pieno della notte o mentre erano fuori dalle loro abitazioni per motivi lavorativi e non.
Per poter prevenire e scoraggiare i furti o le aggressioni in casa è necessario in primis stimare il livello di rischio della propria abitazione. Non serve certo l'intervento di un investigatore privato per comprendere quale sia la vulnerabilità della vostra abitazione, difatti, solitamente il rischio di vulnerabilità di una casa è determinato in considerazione di semplici fattori:

· tipologia dell’abitazione (appartamento, villa, villetta a schiera, ecc.) ;

· ubicazione (urbana, extraurbana);

· classe sociale del vicinato e del quartiere dove è ubicata l'abitazione.

Per quanto concerne gli appartamenti in condominio, contrariamente a quanto si pensi, le abitazioni situate nei piani più alti, specie negli ultimi, sono quelle più vulnerabili in quanto la porta di ingresso e situata nel punto meno soggetto al passaggio di persone e quindi i ladri possono agire indisturbati.

La principale difesa di anti-intrusione è sicuramente quella costituita da una valida porta blindata dotata di meccanismi contro eventuali manomissioni:

· sagomatura anti-grimaldello;

· false tacche sulle leve;

· nottoli a fungo nei tipi a cilindro.

· meccanismo di apertura a due serrature;

· barra d’acciaio.

È importante conoscere il livello di sicurezza della propria porta blindata. In genere le porte blindate vengono classificate in 6 livelli di sicurezza stabiliti in base al superamento di alcuni test che simulano fedelmente diversi tentativi di scasso che un ipotetico ladro potrebbe mettere in atto per forzare l’apertura della porta.

Possedere una porta blindata corredata di spioncino, di un limitatore di passaggio (leva in acciaio per tenere l’uscio socchiuso) e di una barra di acciaio di rinforzo, costituisce l’abc della sicurezza. Teniamo a mente però che, anche la migliore porta blindata, se non viene chiusa con diverse mandate di chiavi è una “porta aperta”, basterà utilizzare nella fessura tra la porta e l’infisso, un foglio di plastica (anche una carta di credito) per far scattare lo scrocco di apertura.


Se vogliamo aumentare i livelli di sicurezza nelle nostre abitazioni è necessario cambiare le nostre abitudini e quindi dobbiamo ad esempio chiudere sempre la porta a chiave. In particolare, quando compiamo questa operazione dall’interno, è importantissimo non lasciare mai la chiave inserite nella serratura - difatti il ladro potrebbe utilizzare un attrezzo specifico per far girare le chiavi e trovarsi la strada spianata.

L’installazione di un impianto di allarme è un elemento di sicurezza che può fare la differenza.

Oggi giorno si possono acquistare a prezzi più o meno contenuti diversi tipologie di allarmi elettronici.
I più economici sono quelli costituiti da sensori inerziali o di urto. Il loro meccanismo è costituito da una sfera di metallo che appoggiandosi a dei contatti chiude il circuito elettrico. Quando un urto, una vibrazione o una pressione fa muovere la sfera, questa libera il circuito e fa scatta l’allarme. I sensori di questi antifurti sono di piccole dimensioni e possono essere istallati su porte e finestre e possono essere allarmati anche quando ci sono persone in casa.

Se invece il vostro budget di spesa è più alto, vi consiglio di acquistare anche un dispositivo di allarme di tipo volumetrico, studiati per sorvegliare un “volume specifico di superfice” come ad esempio una stanza, un corridoio, un patio, ecc.

Creati e progettati con lo stesso principio dei radar e dei sonar, gli antifurti volumetrici sono in grado di captare i movimenti che avvengono all’interno dell’aria protetta.

I sistemi di cui sopra sono i dispositivi di sicurezza più comunemente usati in Europa, antifurti che non avrebbero alcuno motivo di esistere se non fossero in grado di comunicare a chi di dovere un eventuale intrusione.
Quindi è doveroso dotare questi allarmi di sicurezza di avvisatori speciali che, possono essere ottici, acustici e telefonici. Negli allarmi più recenti queste modalità di segnalazione si sommano.

Il più comune degli avvisatori acustici è la sirena con il lampeggiatore, congegno che ormai possiamo notare all’esterno di molte case -sicuramente uno strumento funzionale- che però a causa della sua diffusione ha finito per ridurre l’efficacia di dissuasione.
Udire la sirena di un antifurto non crea più allarme emotivo e il più delle volte è facile pensare che si tratti di uno dei tanti falsi allarmi, ergo; nessuno interviene.
In oltre bisogna considerare quanto sia difficile individuare l’abitazione da dove proviene la sirena che in quel preciso momento è in allarme, considerando che oltretutto, come prevedono le normative CE, il suono della sirena non può durare più di tre minuti.

Quindi come possiamo garantire la sicurezza per le nostre abitazioni?

Una garanzia vera e propria non esiste, ma dotare la propria abitazione di telecamere esterne, grate di sicurezza, porta blindata e antifurto volumetrico e già una parvenza di tranquillità.
Le telecamere esterne devono necessariamente costituire il primo step di allarme, di fatti, grazie ai sensori di movimento è possibile individuare la presenza di intrusi.
Grazie alle telecamere siamo in grado di monitorare la situazione h24 e stabilire la presenza di eventuali falsi allarmi ispezionando in modo efficace gli accessi più vulnerabili delle nostre abitazioni.

Le grate alle finestre sono un forte deterrente per i ladri, una grande perdita di tempo che può scoraggiare l’infrazione. In oltre i ladri sanno come generalmente, le grate  e le porte blindate siano allarmate dai sensori di urto e quindi se manomesse possano attivare l’allarme.


Ricordatevi che un ladro ha in linea di massima tra i 20 e i 30 minuti di autonomia operativa, poi deve fuggire. Far perdere loro del tempo prezioso per scassinare le barriere di sicurezza è prioritario. Chi ha possibilità di budget più elevato potrebbe pensare ad installare l’antifurto nebbiogeno il quale in presenza di un movimento rilevato attiva una espulsione meccanica di fitta nebbia che impedisce la visuale ai ladri.

Per esperienza personale, vi suggerisco di non limitarvi all’istallazione di un solo sistema di allarme, un antifurto non può e non deve escludere l’istallazione di un altro sistema, più elementi mettiamo in campo e più scoraggiamo i ladri a scegliere la nostra abitazione per le loro malefatte, più barriere fisiche utilizziamo a protezione degli accessi di casa e più tempo dovranno impiegare gli scassinatori per scassinarli, per ultimo, più strumenti abbiamo per monitorare le nostre case e più controllo avremo sui falsi allarmi, vera piaga della sicurezza.

sabato 16 marzo 2019

Scomparsi: chi li ha visti? dove siete?

 

Sono un investigatore privato e nella mia esperienza sugli scomparsi ho imparato che le prime 36 ore sono decisive, dopodiché, le possibilità di trovare un amico, un parente, un congiunto scomparso, diventano sempre più remote. 

Ma dove finiscono tutte queste persone scomparse? Dove finiscono quelle persone che lasciando soldi, documenti e cellulare, si allontanano per sempre? 
Come si può vivere così in clandestinità senza che nessuno possa notarli, davvero sono fantasmi? 
Altri, vengono rapiti? Ed in caso, da chi? E perché? Da persone che conoscono e di cui si fidano? O, come si vede nei film gialli, chiedendo un passaggio alla persona sbagliata finiscono nei guai?
Comunque sia, vivi o morti, dove sono andati a finire? 
Alcuni di essi (purtroppo molti) si suppone non ci siano più...ma allora dove sono i loro cadaveri? Chi li ha occultati?

Possibile che ci siano così tante persone mai ritrovate, scomparse nel nulla?

Inizio a pensare che il fatto di non riuscire a ritrovare gli scomparsi non sia soltanto dovuta alle difficolta delle indagini ma soprattutto da come le forze di polizia valutano qui casi di persone che senza preavviso, spariscono dalle loro abitazioni senza lasciare alcuna traccia.
Credo che tante indagini, per molti, non siano mai state fatte in modo approfondito. L'ipotesi di "allontanamento volontario" viene tirata fuori con troppa facilità e a causa di ciò, le ricerche partono in ritardo, un’attesa che compromette in modo irreversibile le investigazioni. È il mio pensiero ovviamente.

In vent’anni di investigazioni private ho cercato di rintracciare molte persone, alcune di esse sono riuscito a trovarle in capo al mondo, altre invece sono rimaste nel limbo dell'oscurità, nell'incognito di un mistero mai risolto. Soggetti che prima di scomparire nel nulla vivevano una vita normale e scandivano il loro tempo tra lavoro, famiglia ed amici, persone che amavano e che erano amate.

Ho affrontato casi di scomparsi ingannati dalla loro sensibilità, persone fragili plagiate da soggetti senza scrupoli che approfittando della non perseguibilità del "non più reato di plagio" si prendono il potere divino di rubare l'identità e la libertà dei più deboli.

Ho conosciuto storie di buona vita quotidiana che improvvisamente hanno smarrito la strada per insidiarsi nei bassi fondi della società, nella droga e nella prostituzione. E che dire poi dell'amore? Quanti di essi hanno volontariamente deciso di abbandonare tutto e tutti all'inseguimento di un amore clandestino celato ad amici e parenti? 

Dove siete? Ad ognuno di voi va il mio pensiero nella speranza di ritrovarvi...tutti!