lunedì 20 agosto 2018

Separazione: Addebito a chi intrattiene relazioni virtuali in rete


Tutto iniziò con la chat Mirk, ma la cosa era ancora molto circoscritta, poi con l'avvento dei social network e soprattutto di facebook il collasso - è un dato di fatto - da quando  è nato internet l'infedeltà coniugale è aumentata verticosamente. Grazie alla facilità con cui si può relazionarsi con altre persone, sparse in tutto il mondo, il web è divenuto il mezzo prediletto per uomini e donne in cerca di relazioni sentimentali, avventure, amicizie e sesso - la rete ha difatto sostituito - la vita reale.
Non serve certo un investigatore privato per comprendere che un tradimento è tale quando si istaura una relazione sentimentale extraconiugale con un altro soggetto; ciò vale anche per quelle relazioni virtuali.
La Corte di Cassazione ha recentemente ribadito come l'infedeltà sul web sia pienamente punibile, dichiarando inammissibile il ricorso di un uomo infedele in considerazione all'assegno di mantenimento da corrispondere alla moglie.

La decisione della Cassazione

L'uomo, dopo aver intrapreso diverse relazioni extraconiugali, è arrivato fino alla Cassazione per tentare di annullare le rivalse della propria moglie.
La Corte d'Appello lo aveva di fatti condannato a risarcire la propria moglie con un assegno di 600 Euro al mese, in quanto riconosciuto colpevole di tradimento online.
L'uomo aveva invece richiesto che fosse la moglie a riconoscergli un assegno in quanto aveva abbandonato il tetto coniugale dopo essere venuta a conoscenza dell'infedeltà perpretata dal marito.
Gli ermellini, però, hanno invece escluso la violazione dell'obbligo di coabitazione, mentre hanno ritenuto valida l'accusa di violazione dell'obbligo di fedeltà a danno della donna.


Secondo i giudici, l'uomo era intento nella ricerca di relazioni fuori dal matrimonio tramite internet e questo è stato ritenuto sufficiente a condannarlo. "Questa circostanza è ritenuta fattivamente idonea nella compromissione della fiducia tra moglie e marito provocando l'insorgenza di una crisi matrimoniale che ha causato in nessocausale della separazione".

A conti fatti, la Suprema Corte ha respinto ogni richiesta avanzata dal marito avvallando le conclusioni espresse dalla Corte d'Appello. Ora il soggetto della vicenda sarà costretto a versare 600 Euro al mese all'ex moglie come diritto di separazione.

La violazione dell'obbligo di fedeltà

Ciò che più si evidenzia in questa sentenza è la palese violazione dell'obbligo di fedeltà che prevale su quella dell'abbandono del tetto coniugale.
L'uomo, per difendersi, ha sempre cercato di ridimensionare la sua condotta, cercando di convincere i giudici che si trattasse meramente di contatti virtuali.

Marito tradito compra una pagina del Corriere per "sputtanare" la moglie fedifraga

 
Nella mia attività di investigatore privato Roma mi confronto spesso con realtà differenti e con le richieste più sparate finalizzate il più delle volte a conoscere la realtà di fatti e circostanze che riguardano l'intimo privato.
Parlando di infedeltà coniugali non posso non pensare alle migliaglia di persone che ho assistito durante la mia lunga carriera di investigatore privato; difficilmente scorderò i volti di quei tanti uomini e donne che venuti a conoscenza dell'infedeltà coniugale condotta dai propri compagni, hanno reagito piangendo, strillando ed inveendo contro di essi, ma ciò che non scorderò mai è il sorriso di quell'uomo, piccolo di statura e dallo sguardo impavido...che, caduto nello sconforto più amaro, già tramava la sua vendetta.

Di seguito riporto la lettera pubblicata a proprie spese da tale "Enzo" (che non è il mio cliente) nel Corriere della Sera - Roma, ad aprile 2018.
Compra una pagina del Corriere per smascherare la moglie infedele
Il mio apprezzamento va alla genuinità di questa persona, ferita e forse ancora innamorata. 
Ti auguro una vita più felice, chissà, magari in compagnia di una donna migliore di quella che hai lasciato. 
Buona vita!




“Amore mio, per te farei di tutto, lo sai. E tu invece ti faresti tutti”.

“Lucia è il tuo nome e per anni hai portato la luce nella mia vita, ma non conoscevo le tue ombre. E da quando ti ho visto con lui che ti baciavi davanti a quella diavolo di pasticceria, la nostra preferita, è arrivato solo il buio. Mia moglie e un altro uomo avvinghiati dentro una macchina, come amanti in incognito”.

“Ma invece di dirtelo subito ho indagato. E in un mese, 31 giorni per l’esattezza, ho scoperto che c’era dell’altro ancora. E soprattutto degli altri. I martedì con le amiche a cena avevano un fuori menù speciale, diciamo, perché non erano che uno squallido teatrino di amanti. Tu e i tuoi “amici”… Molto bene, e allora racconto tutto.

Come quel viaggio che ti ho spinto a fare io perché eri stressata per il lavoro. Hai preso un aereo da sola “per raggiungere le amiche di Roma” dicevi, quelle che non conoscevo, con agganci per la vacanza low cost in Egitto… e io scemo a crederti. Era solo il primo dei tuoi tradimenti. Te l’ha pagata l’avvocato quella ragazza. Come ho fatto a non capire? Non sapevo che ti piacessero i ricchi. E infatti mi sa che ti piacciono tutti, dalle foto che c’erano nel tuo computer.

Sì, ti ho frugato nel computer. E ho scoperto del personal trainer. E della settimana di lavoro a Milano, che in realtà era solo una “romantica” avventura con real_macho, quel tizio con cui chattavi. (Ma che nome è? Ma che persona sei tu? Immagino che insieme avrete vissuto tutte le sfumature dell’amore, dei sapori…) Ma la cosa peggiore, Lucia, è la becera storia che ti stai facendo ora, con tu sai chi. Vedo che ti sei trovata bene con i miei colleghi, se vuoi te ne presento altri”.

Il nostro matrimonio è finito. Ti lascio. Ma non immaginarci qui soli io e la mia ossessione di te che mi hai tradito con tutto il mondo. Io non tornerò indietro. Hai sbagliato tu e non mi vergogno a raccontare a tutta Italia la vita segreta della mia mogliettina perfetta. Anzi, ho persino aperto una pagina facebook.com/tuoexmarito
Io e te ci vediamo in tribunale

Il tuo ex marito,
Enzo




Scambi di coppia finiti male in un club privè del milanese

 Milano | Vogliono fare sesso con le loro mogli, finisce malissimo: mariti accoltellati
Nella notte del 12 aprile 2018, tre persone sono state ferite da fendenti fortunatamente non letali.
L'aggressione è avvenuta a Milano, presso il club privato Bizarre, sito in via Ripamonti.
Il fatto a destato molte preoccupazioni per i residenti del quartiere tanto da far scattare il ritiro della licenza per la durata di trnta giorni, intimata dal questore di Milano  al titolare del club privè.

Il questore a ribatitoto che, al fine di scongiurare nuovi ed eventuali episodi di violenza presso il predetto locale che potrebbero arrecare disagio e preoccupazione per la sicurezza dei cittadini, ha adottato la misura di sospensione immediata ai danni del club.
Milano | Vogliono fare sesso con le loro mogli, finisce malissimo: mariti accoltellati

Non accettano il rifiuto delle donne e quindi accoltellano i mariti

Nel frattempo gli inquirenti hanno fatto chiarezza sull'accaduto, accertando che la rissa avvenuta nel club privè ha interessato due uomini single e due mariti accompagnati delle rispettive mogli.
Secondo quanto emerso dalle indagini, i due singole avrebbero fatto avance alle due donne pretendendo un rapporto sessuale con loro, ma le stesse non avrebbero accettato la proposta, successivamente i mariti sono intervenuti per proteggerle.

Quindi dalle parole si è passati subito ai fatti e dopo uno scambio di schieffi e pugni i due soggetti single hanno abandonato il locale per ritornarci qualche ora dopo armati di coltelli.  Di li a poco hanno atteso i due mariti fuori dal locale e atteso la loro uscita per aggredirli a colpi di coltello. Nella colluttazione è stato ferito anche un dipendente del locale intervenuto per sedare la rissa.



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Milano | Vogliono fare sesso con le loro mogli, finisce malissimo: mariti accoltellati

Investigazioni lampo

Uno dei due assalitori sarebbe già stato identificato e rintracciato presso la propria abitazione casa situata a sud di Milano. Si ricerca ancora il complice. Le indagini, assegnate alla squadra mobile di Milano, sono state condotte in maniera celere, recuperando informazioni preziose dalle immagini di videosorveglianza e dalle testimonianze raccolte sul luogo dell'aggressione.


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martedì 14 marzo 2017

AMARE UN UOMO SPOSATO


Vi assicuro che ci sono più donne innamorate di uomini sposati che di quelli ancora per così dire, liberi. Chiaramente nessuno ne parla con sincerità perché è un tabù, un grande segreto, uno “scheletro nell’armadio” da nascondere a tutti i costi e che solo pochi investigatori privati riescono a scovare.

Questa che vi racconto è la storia di una mia cliente che ho avuto modo di aiutare.
Lei, 35 anni, un anno fa ha incontrato un uomo che ha una compagna da circa10 anni e una figlia che ora ha 3 anni.

Era sul punto di lasciare suo marito, padre della propria figlia che ora ha 4 anni.
Le dinamiche sono sempre le stesse, lui scappava e poi tornava, poi era confuso, nel frattempo toccava a lei allontanarsi, per poi tornare alla ribalta, insomma un tira e molla continuo e deleterio.


Da qualche mese il rapporto con il proprio marito si è rotto e si è trasferita con la figlia in un bell’appartamentino vicino a quello del compagno, con cui ha creato un buon rapporto quasi di amicizia, dico quasi perché non è che si raccontino proprio tutti i loro problemi ma comunque si sostengono a vicenda, cercando di passare del tempo insieme con la bimba…ammirevoli.


Il famigerato “uomo sposato” vive invece in un’altra città ma viene spesso per lavoro a Roma e a volte si ferma per giorni, durante il quale dorme nell’abitazione della mia cliente che da adesso chiamerò Maria, (nome di fantasia). Il patto per gestire al meglio questa situazione è che arrivi quando la figlia dorme ed esca prima che si svegli, a meno che la figlia non sia a casa dal padre.
Circa un mese fa, quest’uomo gli chiese di fargli conoscere la bambina e quindi decise di invitarlo a cena come uno dei suoi innumerevoli amici e colleghi che frequentano la casa, una casa a suo dire, abituata a ricevere amici e parenti.

In questo anno Maria si è occupata principalmente di risolvere i suoi problemi personali ed economici, del resto Roma è una città cara che ti costringe a guadagnare tantissimo per poter fare una vita minimamente dignitosa, e lei, essendo freelance, doveva lavorare tanto, a volte anche la notte, ed occuparsi della propria figlia, della casa, del cane, ecc.
Nell’arco di tutto questo tempo, malgrado la separazioni e le difficoltà organizzative, Maria è stata perdutamente innamorata dell’affascinante “uomo sposato” di cui ormai è divenuta ufficialmente l’amante. 


Maria è una donna intelligente e suo malgrado sa bene che il proprio amante ami in qualche modo anche sua moglie, con cui ha costruito molto, lei sa cosa vuol dire mettere i figli prima di tutto quindi non riesce a non comprenderlo.
Ci sono stati momenti in cui questi gli ha confessato di avere il desiderio di mollare tutto per lei, momenti che sono arrivati dopo che lei ha sofferto tanto e sperato in un futuro insieme.


Ecco, proprio in quei momenti Maria invece di gioire, mostra tanta paura, perché pensa che forse non funzionerebbe, crede che quest’uomo sarebbe logorato dai rimorsi, dalla mancanza della sua bambina, dalle complicazioni dovute dalla distanza, pensa che quest’uomo non abbia la più pallida idea di cosa voglia dire davvero affrontare quello che ha affrontato lei, in tutta sincerità…teme chissà, che magari la loro storia finirebbe come sono sempre finite tutte le altre, pensa che perderebbe la sua libertà; insomma Maria non può che tacere quando lui le manifesta il desiderio di voler vivere con lei.


Che dire? Maria è davvero felice?
Mi piacerebbe che imparasse spontaneamente a non logorarsi dai sensi di colpa dovuti dalla separazione, che possa vivere un rapporto autentico e che trovi sempre il modo di perdonarsi e accettare la verità per quanto possa apparire obliqua li per li.
Posso prevedere il futuro? No, ma so come potrebbe finire questa storia...ovvero, come ne sono finite altre 100, perché, non me ne vogliate in queste storie non c’è mai un vero lieto fine. 
Quindi, mentre per Maria sarà sempre più complicato anche uscire con altri uomini, perché appagata sentimentalmente e sessualmente, il tempo correrà veloce e la passione e l’attrazione sessuale andrà a sfumare, gli anni passeranno e con il tempo anche il suo corpo inevitabilmente perderà di splendore. L’uomo sposato invece, nel frattempo non avrà perso nulla e avrà imparato a gestire sempre al megliola propria condotta fedifraga. Quando sarà stufo del vecchio giocattolo…ne troverà un altro, nuovo, più bello ed emozionante.

By
Investigatore privato Roma

Si può divorziare senza il consenso del coniuge?




Credo sia chiaro a tutti che le separazioni e i divorzi non avvengono mai d’amore e d’accordo: quasi sempre accade che, per giungere alla conclusione della separazione e quindi fino al divorzio, i due affrontino un percorso diabolico fatto di ricatti, ritorsioni, rimproveri, contestazioni, rivendicazioni, rinfacciamenti reciproci. 
Nei casi più gravi, la ex coppia non riesce a trovare un accordo e, quindi, non potendo procedere alla separazione consensuale ovvero, quella, che avviene con la firma di un accordo davanti al giudice e ai rispettivi avvocati, dovranno per forza di cose intraprendere la be più complessa alla separazione giudiziale ossia con una vera e propria causa in Tribunale.
A questo punto sorgono alcune domande; Cosa succede se uno dei due coniugi fa ostruzionismo e non vuole firmare l’atto di separazione? E, se il marito o la moglie è partito all’estero e risulta irrintracciabile o disperso? Come si mette la situazione se uno dei due, innanzi al giudice, dichiara che la coppia non è affatto in crisi e che, anzi, tutto va alla perfezione?
La questione non è poi così disastrosa come possa sembra, in fatti nei casi sopraelencati è sempre possibile chiedere comunque la separazione giudiziale; In questo caso, chi intenderà avviare il procedimento di separazione dovrà:
  • recarsi da un avvocato;
  • firmargli il mandato processuale;
  • spiegargli le ragioni per cui intende procedere alla separazione e, se ve ne sono, indicare le colpe dell’altro coniuge per ottenere, a suo carico, il cosiddetto addebito (ossia la dichiarazione di responsabilità per la fine della convivenza. Ad esempio: tradimento, abbandono della casa coniugale, mancata osservanza del dovere di contribuzione o di assistenza materiale e morale, ecc.);
  • indicare i mezzi di prova di quanto sostenuto: documenti, certificati medici, testimonianze, ecc.
 (qui molto spesso è importante la collaborazione degli investigatori privati Roma, che attraverso la ricerca e la raccolta di prove, sosterranno il lavoro dei legali)
A questo punto l’avvocato avvierà il giudizio nei confronti del coniuge dissenziente, notificandogli l’atto processuale attraverso l’ufficiale giudiziario del tribunale. Se questi dovesse essere non reperibile, perché ad esempio domiciliato all’estero, la notifica avverrebbe secondo le regole previste dal codice di procedura civile e il procedimento giudiziale andrebbe comunque avanti.
Quindi possiamo dedurre che la separazione o il divorzio possono avviarsi e concludersi anche senza il consenso di uno dei due coniugi. Altresì, è chiaro che per poter concludere il procedimento di separazione non è necessario che entrambi i coniugi siano disposti a separarsi o divorziare; difatti difronte alla volontà di separazione dovuta alla mancanza dei requisiti morali e sostanziali del matrimonio, l tribunale è tenuto a dichiarare la separazione, anche contro la voglia dell’altro coniuge.
Insomma, la separazione o il divorzio avvengono quando la convivenza è divenuta intollerabile anche per il solo marito o per la sola moglie, a prescindere da quello che pensa o vuole l’altro. La sua opposizione è del tutto irrilevante e, anzi, avvalora la sussistenza di un profondo disaccordo tra i coniugi.
Tutta via, anche il semplice "non essere più innamorati" da la possibilità ad uno dei due coniugi di avviare la separazione, senza dover incappare nell’eventuale causa di addebito, essendo un diritto di tutti disinnamorarsi.

Separazione o comunione dei beni? pro e contro


In genere quando sento parlare di separazione mi viene inevitabilmente in mente quella relativa alla rottura di un legame matrimoniale e quindi alla separazione consensuale o giudiziale. Ma oggi voglio parlarvi di separazione o comunione che riguardano il regime fiscale dei beni della futura coppia.
Il fatto che io sia un investigatore privato mi ha portato più volte ad affrontare questo argomento in quanto molti clienti hanno in più occasioni, deciso di assumermi per effettuare investigazioni prematrimoniali al fine di intraprendere una decisione anche puramente economica, quindi vorrei darvi qualche consiglio o parere personale.

Premessa:
Gli Articoli 143 e 147 del Codice Civile, che regolano il matrimonio civile, sanciscono gli oneri economici di entrambi i coniugi nei confronti della famiglia e dei figli. La legge consente agli sposi di scegliere tra due regimi patrimoniali quello che meglio permetta loro di adempire ai suddetti doveri: la comunione dei beni o la separazione dei beni.
Tale scelta potrà essere effettuata sia in sede di rito civile che di rito del matrimonio cattolico: al termine della cerimonia il sacerdote o l'ufficiale di stato civile annoterà tale decisione sull'atto di matrimonio. Se gli sposi non espliciteranno alcuna scelta, dal 20 settembre 1975 per legge il regime patrimoniale legale della famiglia sarà in automatico la comunione dei beni.
La scelta del regime patrimoniale potrà essere modificata con atto pubblico di fronte ad un notaio in qualsiasi momento della vita matrimoniale.
Cosa è la comunione dei beni
Scegliere come regime patrimoniale la comunione dei beni vuol dire che tutti i beni acquistati dopo le nozze sono di proprietà di entrambi i coniugi.
In particolare, si intende che saranno di proprietà comune:
  • Tutte le proprietà comprate dopo il matrimonio, anche se acquistate separatamente dai due coniugi. Si intende quindi case, terreni, negozi, automobili, fatta eccezione di beni personali.
  • I rendimenti dei beni propri di ciascun coniuge, ad esempio quelli bancari.
  • Le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio.
  • Gli utili e gli incrementi dell'azienda di proprietà di uno dei due precedentemente alle nozze, ma gestita da entrambi dopo il matrimonio.

Il regime patrimoniale del matrimonio non ha nulla e sottolineo NULLA a che vedere con i sentimenti, la vastità del vostro amore o cose simili; al momento del fatidico SI, sarete chiamati ad effettuare una scelta che è meramente burocratica.
Sicuramente ne avrete discusso fino allo sfinimento con il vostro futuro coniuge leggendo ovunque ed informandosi con chiunque...le chiacchiere stanno a zero, con la separazione dei beni ciò che possedete prima e dopo il matrimonio resterà personale, mentre con la comunione dei beni tutto ciò che avrete dopo il matrimonio sarà parte del patrimonio di famiglia; comunque vada, in un futuro lontano le eredità saranno tutelate.
Personalmente credo che la cosa migliore sia sempre e comunque la separazione dei beni, si spera che vada sempre tutto bene naturalmente, ma se il diavolo ci mette lo zampino, si rischia davvero di finire tutti in miseria, faccio un esempio: una coppia di miei amici si è sposata a Roma, in comunione dei beni, convinta che se avessero optato per la separazione dei beni, avrebbero messo in discussione il loro amore; per farla breve hanno fatto qualche debito con le banche per via dell’acquisto di una casa, poi con la crisi, si sono ritrovati senza lavoro e nella situazione di non poter pagare più le rate del mutuo! Un casino perché anche se il mutuo è intestato a lui e la casa a lei, come anche la macchina, ora non dormono sonni tranquilli e da quel che ho capito si stanno informando sulla possibilità di cambiare il regime patrimoniale…
In separazione dei beni, tutti i vostri beni saranno comunque vostri se contestati, i debiti invece rimarrebbero solo in capo ad uno dei due coniugi così ché, il patrimonio dell’altro potrà sostenerlo ed aiutare la famiglia ad andare avanti in caso di difficoltà, inoltre i redditi con la comunione dei beni faranno cumulo e le tasse pagate saranno superiori…Quindi sempre meglio mettersi al sicuro, non credete?!

La separazione dei beni non è relativa solo se succede qualcosa in quanto coppia ma soprattutto per questioni fiscali ed immobiliari ...la separazione dei beni tutela i coniugi non per le questioni relative alla coppia ad un eventuale separazione, ma tutela la coppia nel caso di un finanziamento, per pagare meno tasse o per questioni meramente fiscali. Poi, indipendentemente da ciò, potrete avere la casa cointestata, il conto cointestato ...ma la separazione dei beni non c'entra nulla con la vostra personale gestione delle finanze e delle eventuali proprietà.
La questione è comunque molto più complessa, ma in linea di massima fate questo ragionamento (molto semplificato): In regime di separazione dei beni, se dopo il matrimonio vengono acquisite dei beni mobili od immobili che sono intestate solo ad uno dei coniugi, queste sono dell'intestatario. Ma è un concetto molto vago e generico, difatti in giurisprudenza si possono trovare tante interpretazioni che stravolgono questo concetto!

In tutto questo districarsi di norme e di ragionamenti su come difendere il futuro patrimonio di famiglia, c’è chi la pensa diversamente. Ho conosciuto moltissime persone favorevoli alla comunione dei beni perché semplicemente la parola "separazione" nel loro matrimonio non doveva proprio esistere; La scelta del regime patrimoniale non ha niente a che fare con l'amore è il matrimonio ma solo come la famiglia si dovrà interfacciare con lo stato, allora suggerirei ai giuristi di cambiare il nome a queste due opzioni al fine di non condizionare le scelte fiscali della futura famiglia.



Cosa può fare un investigatore privato?



Negli ultimi decenni si parla molto di investigatori privati e agenzie investigative: detective messi alle calcagna di lavoratori dipendenti apparentemente in malattia o in permesso legge 104, di mariti e mogli fedifraghi, di soci e dipendenti che potrebbero svelare a terzi i segreti industriali o girare i clienti ai concorrenti per attuare una concorrenza sleale; a questo punto la domanda è d’obbligo… è consentito dalla legge far pedinare una persona, utilizzare registratori e, in definitiva, ingaggiare un investigatore privato? Che valore hanno le loro risultanze all’interno di un processo?
Iniziamo subito col ribadire che è legale assumere un investigatore privato, a prescindere dallo scopo per il quale questo viene ingaggiato e dalla persona che sarà oggetto di accertamenti; ciò che potrebbe essere illecito è la modalità con cui l’investigatore svolge il proprio incarico professionale. Il garante della privacy ha emanato una sorta di codice disciplinare per gli investigatori, la cui attività non può mai andare in contrasto con le norme che tutelano la privacy.
La responsabilità penale è personale, quindi se l’investigatore viola tali norme, sarà lui a risponderne e non il cliente, a meno che questi non gli abbia espressamente commissionato una specifica attività illegale.
Dunque, è consigliato lasciare l’investigatore libero di svolgere le proprie indagini per come meglio intende procedere in relazione al caso specifico, consapevole egli, di ciò che è legale e ciò che non lo è, e comunque, diversamente, rispondendo solo lui dei reati commessi.
Per svolgere l’attività di investigatore privato il professionista deve essere munito della licenza rilasciata dal Prefetto. 


L’investigatore privato può occultare microspie o registratori in auto o a casa?
L’uso di microspie, microcamere e micro registratori è vietato dalla legge. Quindi non  lecito utilizzare, ad esempio, nel contesto di un procedimento di separazione, l’audio di una conversazione telefonica intrattenuta dal soggetto indagato, all’interno della propria autovettura, nella quale l’investigatore privato abbia occultato di nascosto un registratore.


Le registrazioni e le foto prodotte dell’investigatore privato, sono valide?
La legge stabilisce che le riproduzioni meccaniche (come le fotografie o le registrazioni audio) sono considerate prove solo se non contestate dalla parte contro la quale sono prodotte. Per far fronte a questo problema la giurisprudenza ha reso possibile completare la prova con la testimonianza orale dell’investigatore privato il quale potrà essere chiamato a confermare i fatti e le circostanze di cui si è reso testimone e che ha registrato o fotografato, rendendo in tale modo, “provati” i relativi eventi documentati in modo meccanico.
 
L’investigatore privato può pedinare una persona?
L’investigatore è libero di pedinare la persona da lui attenzionata, senza che ciò però possa diventare una molestia e, quindi, in modo persecutorio, continuativo e assillante o in condizioni da stalkerizzare la vittima. A riguardo la Cassazione (Cass. sent. n. 48264 del 20.11.2014) ha detto che il pedinamento diventa reato qualora la vittima, accorgendosi di essere seguita, subisca un disagio e venga spaventata, temendo per la propria sicurezza. Se, invece, la vittima è all’oscuro di essere pedinata, non si configura alcun illecito, in quanto non si attua una molestia.
L’investigazione privata non può spingersi all’interno dei luoghi di privata dimora come anche la sede dell’azienda o dell’abitazione privata (accedendo ad esempio nel giardino).

L’investigatore privato può registrare una conversazione?
L’investigatore privato (come qualsiasi cittadino) è libero di registrare una conversazione da lui intrattenuta con il soggetto “indagato”, anche a insaputa di quest’ultimo. Registrare una conversazione tra presenti è lecito. Non è legale invece non essere presenti fisicamente alla registrazione; chi registra deve essere presente al dialogo, anche se non proferisce parola.
Sulla base di ciò, l’investigatore privato può anche registrare una conversazione telefonica intrattenuta con il soggetto delle indagini. 

L’investigatore privato può fare fotografie?
Come può registrare e pedinare una o più persone, l’investigatore privato è libero di fotografarlo purché fuori dai luoghi di privata dimora o dove si svolge la sua attività lavorativa. La fotografia all’interno del cortile o del giardino di una abitazione, se non protetta da recinzioni, alberi o siepi e quindi in definitiva, non vi è alcun ostacolo all’occhio dei curiosi è considerata legale.

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