venerdì 24 agosto 2018

Investigatore privato aggredito: quella del detective una vita difficile


Qualche giorno fa un investigatore privato che opera nella provincia di Avellino è finito in pronto soccorso a causa di una aggressione subita mentre agiva legittimamente nel tentativo di escutere informazioni ed accertare le circostanze di un avvenimento che riguardava un indagine in ambito assicurativo. 

Non è la prima volta e non sarà neanche l’ultima. Troppi gli investigatori privati vittime di aggressioni o di episodi turbolenti il più delle volte non denunciati alle autorità per paura di ritorsioni; situazioni che mettono a repentaglio la loro incolumità fisica e legale, soprattutto nell’adempimento delle indagini in ambito privato e per la difesa penale.
Sfortunatamente la mia categoria, ovvero quella degli investigatori privati è ancora considerata borderline. 

Una attività disciplinata in Italia nel 1926 con una specifica normativa contenuta nel T.U.L.P.S. (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) che malgrado l’entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale (1998), con il quale l'investigatore diventa un consulente tecnico della difesa, l’avvento del D.P.R.153/2018 dove viene riconosciuto all’investigatore privato il ruolo di "professionista della sicurezza privata” e l’introduzione del D.M. 269/2010 - ad oggi, dopo quasi un secolo - non è stata ancora riconosciuta come vera e propria professione, tanto da non essere inquadrata in alcun un ordine professionale.

Da parte del governo nulla è stato fatto per creare un albo in grado di svolgere funzioni disciplinari e di tutela per quella che è a tutti gli effetti una palese attività professionale e non un semplice mestiere.

Ad oggi gli investigatori privati sono lavoratori autonomi che nello svolgere un'attività di tipo intellettuale, attraversano una crisi drammatica dovuta non solo dal crollo economico del paese, ma dal contesto di mercato e di regole, in cui essi sono attualmente collocati.

Per maggiore chiarezza, ciò che metto personalmente in discussione non sono le competenze professionali o la capacità del singolo “professionista” di gestire gli aspetti legali, amministrativi e tecnici del proprio lavoro, (sebbene la competenza e la professionalità richieda un continuo aggiornamento e non sporadico), ma la presenza, più in generale, di regole troppo farraginose e complesse, tali da rendere eccezionalmente complicato lo svolgimento e la gestione dell’attività, con totale assenza di norme che agevolano o migliorano lo svolgimento delle indagini.

Troppi oneri e pochi, pochissimi vantaggi. L’investigatore privato paga e subisce sempre! Nonostante l’introduzione del decreto ministeriale D.M. 269/2010, nulla è cambiato per i detective privati che oltre a pagare cospicue fidejussioni alle prefetture di competenza, devono affrontare continui adeguamenti strutturali e legali delle proprie agenzie investigative. 

A complicare la situazione adesso è il nuovo regolamento europeo sulla privacy, il fantomatico GDPR (Regolamento Generale Protezione Dati Personali) che ha dato il via a una miriade di libere decodificazioni e di congetture che hanno ulteriormente disorientato il professionista creando la libera interpretazione di norme che, per la categoria degli investigatori privati, devono essere attuate alla lettera.

Che dire?
  •  senza porto d’armi;
  • privo di un tesserino di riconoscimento rilasciato dallo stato;
  • senza la possibilità di poter richiedere online le targhe dei veicoli appartenenti ad un nominativo;
  • senza la possibilità di poter ricevere incarichi professionali online o comunque fuori dai propri uffici;
  • pur avendo una licenza di “polizia” sprovvisto di ogni autorizzazioni necessaria per accedere alle banche dati dello stato; 
  • obbligato in alcune circostanze a rende noto agli indagati, circa la propria identità, la propria professione e le finalità del suo operato anche se ciò comporti rischi per la sua incolumità o renda impossibile l’esercizio della funzione;

L’investigatore privato vive la sua vita professionale camminando su un filo di rasoio molto affilato e contando sulle personali abilità che lo aiutano a fronteggiare le mancanze e le attenzioni che invece meriterebbe in quanto una attività volta a far valere e difendere un proprio diritto in sede giudiziaria.


MUGNANO. Medico aggredisce investigatore privato: “Ecco cosa è accaduto”
La vittima è l’investigatore privato S.D. - Quest’ultimo sarebbe stato aggredito da un medico del posto mentre cercava di effettuare i rilievi di rito in merito ad un rimborso assicurativo. L’agenzia investigativa dell’investigatore aggredito precisa: “Dopo aver bussato alla porta del medico per affrontare con lui le questioni inerenti la richiesta di risarcimento, il detective S.D. è stato dapprima aggredito verbalmente e poi fisicamente, con calci e con un pugno alla tempia. La vittima ha successivamente avvertito i Carabinieri al fine di identificare la persona, ma il professionista si è barricato all’interno dello studio senza uscire”. L’aggredito ha fatto ricorso alle cure del pronto soccorso di Avellino. Per lui è stata diagnosticata una prognosi di dieci giorni. S.D., inoltre, ha sporto denuncia presso la Procura della Repubblica di Avellino. L’agenzia investigativa “esprime forte preoccupazione per la categoria relativamente alle indagini anti frode per conto delle compagnie di assicurazioni. Questo istituto di investigazioni, regolarmente autorizzato con legge dello Stato non può non disapprovare con energica e indignata fermezza il comportamento manifestato dal professionista di Mugnano del Cardinale. Pertanto, ho chiesto all’autorità giudiziaria un incisivo intervento, adottando i provvedimenti del caso per valutare i comportamenti sotto il profilo penale. In Campania ci sono oltre 175 titolari di istituti di investigazioni. Siamo a rischio tutti i giorni anche nelle attività di pedinamento”.


Fonte - http://www.mandamentonotizie.it/mugnano-medico-aggredisce-investigatore-damore-ecco-cosa-e-accaduto/

Nessun commento:

Posta un commento