venerdì 31 gennaio 2014

AMANDA KNOX E RAFFAELE SOLLECITO CONDANNATI



Uno dei casi giudiziari che hanno coinvolto maggiormente l'opinione pubblica negli ultimi anni. L' aspetto emotivo è stato certamente prevalente rispetto a quello processuale: i protagonisti sono giovani, di buona famiglia, studenti modello, dalle lungimiranti ambizioni, di diversa nazionalità. Purtroppo si sono incontrati nel momento sbagliato nel luogo sbagliato. Tuttavia, sul piano processuale, gli indizi contro Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono sempre stati gravi, precisi, convergenti. La loro assoluzione, da parte della Corte di Assise di Appello di Perugia è stato un "raro caso di violazione di legge e illogicita”, come ha concluso il Procuratore Generale nella sua finale requisitoria innanzi alla Corte di Assise di Appello di Firenze, in quello che è stato definito il processo “bis”

1 – LA CONFESSIONE
La Knox aveva confessato di essere stata presente nella casa la notte dell'assassinio e che aveva sentito Meredith gridare, mentre aveva successivamente identificato il gestore di un bar, il congolese Patrick Lumumba, come l'assalitore. Ha dichiarato alla Corte, durante il dibattimento di primo grado, che la confessione era stata resa in modo “forzato” durante il primo interrogatorio, ma poi lo aveva integralmente trascritto in un memorandum di cinque pagine il mattino seguente

2-LA FALSA ACCUSA
La Pubblica Accusa ha sempre sostenuto che la calunnia mossa dalla Knox nei confronti del Lumumba era un segnale della propria colpevolezza ed un tentativo per allontanare gli inquirenti dai sospetti su di lei.
Il ragazzo congolese fu arrestato in un blitz notturno dalla polizia e trascorse due settimane in carcere . Solo per caso un uomo d'affari svizzero lesse su un giornale del suo caso e venne spontaneamente in Italia per dichiarare che quella sera era insieme a Lumumba, nel suo bar.

3- L'ALIBI FALSO
Sollecito non ha mai confermato integralmente l'alibi della Knox nella notte dell'assassinio.
Lei disse lei aveva trascorso la sera con lui, fumando marijuana, guardando il film francese Amélie e facendo l’amore. Ma nell’immediatezza dei fatti il racconto di Sollecito alla polizia fu molto lacunoso e pieno di contraddizioni.

4 – I DATI DEL COMPUTER E DEL CELLULARE
Sollecito dichiara che lui usò il suo computer per scaricare alcune foto e il film Amélie. Ma gli esperti informatici hanno accertato che non vi fu alcuna attività sul suo laptop dalle 9.10 della sera alle 5.32 della mattina successiva. Spazio temporale entro cui l'assassinio ebbe luogo.

Knox e Sollecito spensero i loro telefoni cellulari i nella notte dell'assassinio, dalle 8.40 di sera, fino alle 6 del mattino successivo.

5) LA SCENA DEL CRIMINE
La camera da letto di una delle coinquiline della Kercher , fu messa a soqquadro la notte dell'assassinio, e la finestra di quella stanza fu rotta con una pietra. La pattuglia di polizia intervenuta nell’immediatezza ha sempre confermato che i vetri della finestra erano sopra gli abiti, sparsi sul pavimento. È evidente che la finestra fu rotta dopo che il contenuto della stanza fu lanciato per aria, senza peraltro asportare nulla. Gli inquirenti hanno dedotto che la Knox e quello che in quei giorni era il suo fidanzato, avevano inscenato l’irruzione per rappresentare un furto con scasso che era poi degenerato in un tentativo di stupro ed assassinio.


Info: Investigatore privato Roma

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