venerdì 21 febbraio 2014

Delitto di Fiumicino, barista romena indagata per omicidio volontario.

La sua posizione è stata per alcuni giorni al vaglio dei magistrati che la hanno indagata per omicidio volontario. Al tempo stesso però, ricostruendo la dinamica dell'accaduto e valutando attentamente la posizione della donna, è stata stabilito che la sua reazione è stata per legittima difesa. Questa la attuale posizione di Alina, la barista rumena che giovedì scorso aveva reagito con un coltello a un tentativo di rapina nel bar di via Hermada in cui lavora a Isola Sacra e che aveva provocato la morte del pregiudicato romano 29enne Manuel Musso

La cosa che mi lascia perplesso è come difronte ad un fatto di evidente legittima difesa, una persona onesta, debba comunque subire l’iter burocratico della giustizia, facendo spendere tempo e denaro a quei, già pochi magistrati, oberati di lavoro e causando malessere e preoccupazione ad una persona che onestamente, conduce una vita di lavoro e sacrificio.
Quando un delinquente armato di pistola, minaccia un altro soggetto, esplodendo n°6 colpi in aria, intimandole di consegnare il denaro della cassa; questa è una chiara situazione di legittima difesa, poiché il rapinatore armato ha già premuto il dito sul grilletto e quindi fuori controllo, mentre la persona aggredita, priva di ogni via di fuga è in quel momento in pericolo di vita!
Nella mia professione di investigatore privato a Roma, non ho mai avuto un incarico per difendere una persona indagata per una situazione simile...sicuramente sarebbe un indagine memorabile.

giovedì 20 febbraio 2014

USURA BANCARIA: CORRISPETTIVI anche in caso di violazione dei soli interessi MORATORI.


In materia di usura bancaria, allorché il contratto di mutuo preveda un tasso moratorio superiore al c.d. “tasso soglia”, ma l’interesse corrispettivo pattuito non superi detto limite, ad essere sanzionata con la nullità sarà solo la clausola riguardante gli interessi moratori e non anche quella degli interessi corrispettivi. Gli interessi corrispettivi sono comunque dovuti, infatti, perché pattuiti in misura inferiore al tasso usurario stabilito all’epoca della conclusione del contratto.

Così si è pronunciato il Tribunale di Napoli, quinta sezione civile, in persona del dott. Enrico Ardituro, con l’ordinanza del 28.01.2014, di rigetto dell’istanza di sospensione dell’esecutorietà del titolo proposta dal debitore esecutato in sede di opposizione a precetto.

La sospensione era stata richiesta sul presupposto che la Banca creditrice avesse applicato, sin dalla stipulazione del mutuo – sul quale si fondava l’opposta intimazione – un tasso d’interesse usurario, dovendosi considerare ai fini dell’applicazione dell’art. 644 cp e dell’art.1815, comma secondo, cc, anche la misura degli interessi moratori pattuiti.

A sostegno della richiesta, l’opponente riportava l’orientamento espresso dalla Cassazione nella - ormai nota – sentenza n.350 del 9 gennaio 2013 (commentata criticamente sulla nostra rivista).

Il giudice partenopeo ha implicitamente negato l’esistenza di un vincolo di interdipendenza tra la pattuizione degli interessi corrispettivi e quella degli interessi moratori, ai fini della verifica del tasso soglia, con la conseguenza che in ipotesi di violazione dell’una, l’altra rimane valida ed efficace.

La usurarietà di una pattuizione non travolge l’intero contratto, a maggior ragione che la pattuizione degli interessi moratori è solo eventuale, per il caso di inadempimento.

Al cospetto di tale ricostruzione, il Tribunale ha affermato che, contrariamente a quanto richiesto da parte opponente, potesse ritenersi illegittima – e dunque nulla – la sola clausola relativa agli interessi moratori, con la conseguenza che gli interessi corrispettivi fossero da considerarsi comunque dovuti, poiché pattuiti in misura largamente inferiore al tasso usurario all’epoca stabilito dal Ministro del Tesoro.

Tale interpretazione fornita dal Tribunale di Napoli fornisce una soluzione “equilibrata”, che tiene conto del dictum dei Giudici di legittimità e – di conseguenza – considera anche gli interessi di mora quali suscettibili di valutazione ai fini dell’usura, pur tuttavia concludendo, quanto agli effetti, circa la necessità di non travolgere con la sanzione della nullità ex art.1815, secondo comma, cc tutti gli interessi – a qualunque titolo – pattuiti, bensì il solo tasso di mora.

Tale decisione è la prima decisione di merito la quale di fatto chiarisce la portata interpretativa del principio espresso dalla corte di cassazione con la ormai famosa senza n.350 del 2013 in quanto giammai è stato espresso il principio secondo il quale la pattuizione della clausola degli interessi moratoria possa travolgere anche quella degli interessi corrispettivi.
 

lunedì 3 febbraio 2014

Difesa personale e domestica con pistola...


Secondo le Questure, sono circa tredici milioni i cittadini italiani che detengono un arma da fuoco legalmente autorizzata, ma sono numeri sfuggenti, come incerta è la regolamentazione in materia.
Diminuiscono le richieste per il porto d’armi per difesa personale, mentre sono in aumento le richieste per porto d’armi ad uso sportivo, più semplici da ottenere e dalla durata di sei anni.
Negli ultimi 3 anni sono state concesse 700.000 licenze sportive e non tutti i possessori di queste autorizzazioni, osservano gli obblighi limitativi previsti dalla legge.
Per tanti aspiranti pistoleri, l’uso sportivo delle armi è solo una facile scorciatoia per poter girare armati, in questi tempi di crisi e con la criminalità in crescente aumento, si rafforza anche negli italiani il bisogno della difesa armata “fai da te”.
Quello della "Legittima Difesa" in Italia è un argomento davvero interessante ed assurdo. Sono anni che cerco di capire, di comprendere quali siano le dinamiche e le valutazioni che portino all'esito, positivo e non, di uno scontro a fuoco, ma a tutt'oggi non sono riuscito a capirlo, grazie all'interpretazione che ognuno da alle legislazione vigenti, che come spesso accade nel nostro paese, vanno sapute interpretare.
I consigli che posso dare a chi detiene un arma in casa sono quelli di adottare tutte le misure necessarie al fine di mettere in sicurezza la custodia dell’arma, non improvvisarsi agenti di polizia e soprattutto, prendere coscienza della potenzialità bellica e della pericolosità dell’arma detenuta.
La paura più diffusa tra gli italiani è quella di subire un aggressione in casa (da distinguere dal normale furto); la paura, alimentata dai recenti fatti di cronaca è divenuta fobia, sentimento questo che ha alimentato il diritto alla difesa personale e domestica.
Quando si subisce una aggressione in casa a scopo di rapina è facile perdere la testa e finire in una situazione di pericolo o nella condizione di dover subire (in seguito) un processo per omicidio.
L’errore che molte persone armate fanno è quello di custodire la pistola sotto il cuscino, consegnandola a loro insaputa direttamente agli aggressori, che astutamente attendono il momento di sonno propizio per poter accedere all’interno della camera da letto, anestetizzare i mal capitati, per poter in seguito raggiungere i loro scopi (rapina, aggressione, furto, violenza sessuale, ecc...).
La difesa è tale quando siamo noi a difenderci, andare in giro per casa con la pistola in pugno, alla ricerca di malviventi, è già un eccesso di legittima difesa, e come spesso accade, se ci scappa il morto, si finisce sicuramente in galera.
Una situazione di difesa domestica può essere la seguente:
Sentiamo dei rumori e ci allarmiamo;
Comprendiamo che c’è qualcosa di anomalo e che in casa ci sono dei malviventi;
Ci chiudiamo in camera con i nostri familiari;
Chiamiamo le forze dell’ordine, avvisandoli che siamo armati e di quanto sta accadendo;
Spengiamo le luci ed attendiamo gli eventi.
Comportandoci in questo modo, abbiamo fatto il possibile per difendere la nostra incolumità e quella dei nostri cari, evitando in maniera assoluta il contatto diretto con gli intrusi.
Il problema reale avviene quando, malgrado tutte le misure adottate, il malvivente abbia intenzione di entrare nella camera dove vi siete chiusi e dove non avete via di fuga...
A quel punto fossi in voi, griderei il più possibile un messaggio di facile comprensione: “Se entri, sparo”...legalmente non so come finirebbe, ma coscientemente, penso che abbiate fatto il possibile per evitare una aggressione o un conflitto a fuoco.
Ricordate sempre che spesso la legge ed il buon senso non sono la stessa cosa e che un omicidio obbliga il giudice ad aprire un'inchiesta da cui non saprete mai come ne uscirete.
Info: Investigatore Privato Roma